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'Siamo qui per lanciare un appello ai consiglieri comunali di Modena che domani (giovedì 13 marzo, ndr), dovranno votare il protocollo per il trasferimento delle fonderie, di votare contro, e pretendano che il Comune stipuli un accordo blindato con le fonderie che ponga come punto fermo il trasferimento annunciato entro il 2022 e quelle garanzie in termini di mitigazione dell'impatto ambientale che erano state promessi. Questo perché nel protocollo firmato tra Comune ed azienda che sarà discusso in Consiglio, ci sono troppe vie di fuga sulle responsabilità e sulle garanzie che ciò avvenga. In un punto finale viene detto che basta una comunicazione che quanto previsto non sia rispettato per potere sollevare di fatto le parti dai rispettivi impegni e per rivedere il protocollo. Questo è ovviamente inacettabile'
A parlare è Chiara Costetti, referente del Comitato cittadino Respiriamo Aria Pulita che da anni si batte per la trasparenza e per l'abbattimento delle emissioni e dell'impatto ambientale, derivante dall'attività delle fonderie cooperative di via Zarlati, già nel 2005 dichiarate da Arpa e Usl incompatibili, vista la loro tecnologia a carbone, con il contesto urbano e residenziale presente ai tempi, e futuro. Una incompatibilità che pur certificata dagli organismi tecnici (ma limitata a parere e non vincolo), venne nei fatti ignorata dall'allora amministrazione comunale che in quel luogo diede il via libera a nuove costruzioni. Le stesse abitazioni nelle quali da almeno 15 anni decine di famiglie convivono con emissioni inquinanti ed odorigene (alcune lo sono entrambi) che hanno spinto i cittadini a fondare e a riunirsi in un comitato per avere e dare informazione e per sollecitare un'azione verso la mitigazione dell'impatto ambientale, oltre che per sollecitare un processo di chiusura o trasferimento della fonderia.
Cosa che fu prevista, anzi promessa ed annunciata nuovamente, nel 2008, quando il Comune pose come condizione per il proseguio dell'attività dell'impianto, il passaggio dal forno a carbone a forno elettrico, mai avvenuto.
E nonostante gli anni di attesa fatti di promesse non mantenute, i cittadini del comitato avevano appreso con fiducia e soddisfazione, nell'ottobre scorso, della decisione di un accordo per la dismissione entro il 2022, oltre ad una serie di impegni sul fronte della mitigazione ambientale per arrivarci, a quel 2022, con condizioni migliori.
Ipotesi che avendo la fonderia possibilità di trasferire buona parte della produzione più pesante nello del gruppo a Padova, aveva preso forma in un piano di dismissione concordato tra azienda e Comune, e finalizzato alla chiusura, al trasferimento e alla successiva bonifica del sito. Con tanto di prospetto relativo al piano per l'occupazione del personale addetto. Un piano che era stato presentato a grandi linee nell'ottobre scorso, a parole, e in termini di impegno, in una riunione in Comune alla presenza della proprietà e dei rappresentanti del Comitato. Dove venne fissata nero su bianco (anche se il Comitato quel documento non lo vide mai), il gennaio 2022 come appunto data ultima entro la quale procedere alla dismissione.
A cinque mesi da quell'incontro quel piano, che nonostante le promesse, al comitato non fu mai consegnato, si è trasformato in un protocollo concordato tra Comune ed azienda che una volta letto (questa volta si), dai componenti del Comitato, ha sollevato forti dubbi e perplessità sulla possibilità che il protocollo stesso possa essere rivisto e soprattutto non rispetto.
Da qui l'appello lanciato oggi dal Comitato nei luoghi dove lo skyline è da sempre caratterizzato da questa struttura industriale anni '50 e dai fumi che costantemente da questa si sprigionano, a poche decine di metri dalle case e da una polisportiva, da diverse scuole ed un parco giochi. Per lanciare un appello affinchè ci siano quelle tutele che ad oggi non si sono. 'Peccato perché questo piano c'era piaciuto ma quando l'abbiamo letto ci siamo resi conto che tutte quelle garanzie che vengono sancite possono essere ignorate nel momento in cui per l'azienda cambino le strategie. Garanzie che riguardano non solo l'impatto ambientale ed il trasferimento ma anche lo stesso personale coinvolto, con le relative tutele, nel processo di dismissione'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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