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Fornitura mascherine, Arcuri parla e si difende in commissione: 'Nessuna ditta favorita’

Fornitura mascherine, Arcuri parla e si difende in commissione: 'Nessuna ditta favorita’

Esce dal silenzio volontario tenuto nei mesi scorsi e replica alla ricostruzione sulle forniture di mascherine fatta in mattinata nella stessa commissione dalla JC Electtronics che lo ha portato in tribunale


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Il commissario straordinario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, ha risposto con fermezza alle accuse mosse dalla JC Electronics durante la sua audizione odierna in commissione parlamentare d'inchiesta sull'emergenza sanitaria Covid. La società, che nel marzo 2020 aveva ricevuto dal Dipartimento di Protezione civile una commessa per la fornitura di mascherine e dispositivi di protezione individuale aveva accusato la struttura commissariale di avere rescisso il contratto stipulato per favorire altri fornitori. La JC - da specificare - era formalmente fornitore di mascherine protettive prodotte all'estero.
Nel corso della sua audizione, durata oltre 40 minuti, Arcuri ha ripercorso la sequenza temporale che ha scandito le tappe del contratto definito dalla Proteione Civile con la JC electronic negli stessi giorni in in cui il governo affidava ad Arcuri l'incarico di commissario. Per smontare punto per punto la ricostruzione fornita da JC Electronics, ribadendo che la fornitura di dispositivi di protezione che egli avrebbe successivamente gestiva come commissario rappresentava solo una minima parte, 800 milioni, del totale delle forniture acquistate, per miliardi. In particolare, la parte gestita dalla struttura commissariale da lui guidata corrisponderebbe al 7,6% del totale, 'ben lontano dalla tesi del quasi monopolio da parte di JC Electronics' - ha affermato Arcuri.
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'Dal 20 marzo al 30 luglio 2020 - ha specificato l'ex commissario - la struttura commissariale ha sottoscritto contratti con 40 aziende, 34 delle quali italiane, per un totale di 9 miliardi di mascherine', ha dichiarato Arcuri, cercando di chiarire che il coinvolgimento di JC Electronics nel contesto delle forniture era esiguo rispetto alla mole complessiva delle operazioni.Arcuri ha poi spiegato, supportato da diverse slide, che il contratto di fornitura con la JC Electronic venne successivamente rescisso, prima in parte e poi in toto, per inadempienze nella fornitura.
Il commissario ha poi espresso incredulità di fronte a quanto ascoltato questa mattina durante l'audizione del fondatore e amministratore di JC Electronics Italia srl. 'Senza polemiche, ho ascoltato una spy story infarcita da informazioni non documentate', ha commentato Arcuri. 'Ho dato mandato ai miei legali di verificare se ci siano le condizioni per tutelare la mia persona e l'operato della struttura commissariale'.Una relazione, quella di Arcuri che in funzione della replica a quella dei referenti di JC Electronic, si è allungata integrando una sorta di difesa e replica. Durante la quale Arcuri ha messo in evidenza il lavoro svolto dalla struttura commissariale durante le fasi più critiche dell'emergenza sanitaria, confermando, a suo dire, la trasparenza e l'assenza di favoritismi verso alcun fornitore.
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Negando completamente l'ipotesi accusatoria secondo cui la rescissione del contratto con la JC fosse non solo illegittima ma anche motivata dal volere favorire altre società.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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