Giornata per il tumore pancreatico: a Modena continua la ricerca
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Giornata per il tumore pancreatico: a Modena continua la ricerca

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Oggi meno di 1 paziente su 10 che sopravvive a 5 anni dalla diagnosi


Giornata per il tumore pancreatico: a Modena continua la ricerca
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L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena , con le Strutture Complesse di Oncologia medica e di Chirurgia Oncologica Epato-Bilio-Pancreatica (EBP) e Trapianti Emilia, guidate dai professori Massimo Dominici e Fabrizio Di Benedetto, aderisce alla campagna di sensibilizzazione nazionale “Facciamo luce sul tumore al pancreas”, patrocinata dall'Associazione Nastro Viola. Questa sera il Centro Oncologico si colorerà di viola per ricordare l’importanza della ricerca.
“Mentre negli ultimi 20 anni per molti tumori la prognosi è migliorata, poco è cambiato per il tumore al pancreas con meno di 1 paziente su 10 che sopravvive a 5 anni dalla diagnosi. Questo è inaccettabile e ci spinge a continuare le nostre ricerche in collaborazione con i colleghi della chirurgia dei trapianti, della radiologia, della chirurgia plastica e con i nostri anatomopatologi” ricorda il professor Dominici.

“Stasera, giovedì 21 novembre, il nostro Policlinico con il COM si illuminerà di nuovo di luce Viola proprio per ricordare a tutti noi quanto ancora sia necessario investire nella ricerca per combattere questa neoplasia così aggressiva. Questa giornata rimane fondamentale per condividere ogni anno gli sforzi che medici e ricercatori profondono per provare a cambiare la storia naturale di questo implacabile nemico. La luce Viola rappresenta da un lato un indomito impegno di chi dedica la propria carriera alla clinica ed alla ricerca per trovare nuove cure, e dall’altro la speranza per tutti quei pazienti che stanno combattendo la loro battaglia. A loro, a tutti noi, va la luce Viola”.

 

“La chirurgia rappresenta ancora oggi l’unico trattamento radicale per il tumore del pancreas, ed è integrata nella strategia multidisciplinare chemio-chirurgica per ottenere i migliori risultati.

Qui a Modena si è consolidata l’attenzione su avanzate tecniche robotiche con minima invasività consentendo così una rapida ripresa dei pazienti. Questo aspetto è molto importante per permettere al paziente di affrontare i successivi trattamenti di chemioterapia e/o radioterapia solitamente necessari a consolidare il risultato della nostra chirurgia” – spiega il prof. Di Benedetto che con il dottor Roberto Ballarin coordina il gruppo multidisciplinare presso la AOU Modena per la gestione del paziente con neoplasie pancreatica. “La mancanza di una risposta terapeutica adeguata – aggiunge il dott. Andrea Spallanzani, oncologo della struttura di Oncologia DH – è legata alla diagnosi spesso tardiva ed alla natura delle stesse cellule tumorali che sono in sé refrattarie ai trattamenti anche a causa di un tessuto fibroso di protezione che cresce con il tumore stesso causando resistenza ai farmaci e le recidive.”

 

Grazie al generoso supporto dell’Associazione Nastro Viola, della fondazione AIRC e dai fondi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) nel progetto HEAL Italia, il gruppo di ricercatori guidato dal professor Dominici e della dottoressa Giulia Grisendi proseguono le ricerche su nuove cure. “Ad oggi le cure approvate hanno considerato come bersaglio esclusivo solo le cellule tumorali - sottolinea la dottoressa Grisendi - tuttavia, è noto che la complessità del tumore del pancreas riguarda anche la presenza di cellule fibrose, un aiuto alla crescita tumorale ed alla capacità di difendersi dai trattamenti. Quindi stiamo scommettendo sul fatto che nuovi trattamenti debbano necessariamente danneggiare fino ad eliminarle anche queste abbondanti cellule fibrose oltre che il tumore in sé. Abbiamo infatti sviluppato un farmaco a base di cellule killer sane che provengono da tessuto adiposo del paziente e che sono modificate per produrre sostanze capaci di uccidere il tumore senza però danneggiare i tessuti sani circostanti - prosegue la dottoressa Grisendi - Proprio sulla base di questi incoraggianti risultati, in collaborazione con la radiologia e le chirurgie, questa nuova strategia terapeutica sarà oggetto di una sperimentazione clinica su un selezionato gruppo di pazienti che partirà nella prima metà del 2025”.

Redazione Pressa
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