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Avanti con i ricorsi per dire no all'obbligo del Green Pass per gli operatori scolastici, in quanto giudicato strumento discriminatorio non sostenibile giuridicamente ed in contrasto con le indicazioni comunitarie, e avanti con le richieste per l'aumento del personale scolastico e lo sdoppiamento delle classi, per garantire quel distanziamento che si è dimostrato strumento di reale prevenzione ma che in molti ambiti non viene garantito dalle autorità preposte.
Sono i punti fermi che Anief, associazione sindacale nazionale, costituita nel 2009 da docenti e ricercatori in formazione, esprime a livello nazionale e locale (a livello regionale sono poco meno di 3500 gli iscritti), in vista della ripresa dell'anno scolastico, il 13 settembre. Ne abbiamo parlato con la Presidente regionale Emilia-Romagna Fabiana Bruno.
Partiamo dal Green Pass: Anief contrasta questo strumento, perché? 'Partiamo dal presupposto che non siamo contro il vaccino, ma contrastiamo l'obbligo del Green Pass, uno strumento antidemocratico che costringe gli operatori a farlo per non essere sospesi e senza fornire alcuna alternativa se non un tampone economicamente insostenibile. Quello che è inaccettabile è comunque l'introduzione di un obbligo di fatto senza assunzione di responsabilità alcuna da parte dello Stato. Responsabilità tutta scaricata sugli operatori scolastici. E' un punto di tutela dei diritti dei lavoratori che vale sia per i vaccinati che i non vaccinati'
Se si arrivasse ad una bocciatura dei vostri ricorsi o comunque ad una non risposta entro il 13 settembre, cosa chiedete e come mi muoverete? 'La nostra azione non si fermerebbe, anche eventualmente in sede di Consiglio Di Stato o alla Corte Europea.
Nell'immediato potremmo accettare anche la possibilità di effettuare tamponi salivari rapidi, dal costo nettamente inferiore, ma partiamo sempre dal presupposto che il tampone o il test di qualunque tipo, considerato come obbligo per avere il green pass e quindi per non essere sospesi, dovrebbe essere a carico dello Stato'
La critica che viene mossa nei confronti di chi è contrario al Green Pass è quella della scarsa attenzione per la tutela della salute pubblica. 'Non è così. Per la prevenzione la prima regola si è dimostrata essere quella sul distanziamento. Anief è impegnata da mesi per chiedere più spazi, più personale, e soluzioni, come lo sdoppiamento delle classi per garantire il distanziamento. Ma su questo il governo non ha messo in campo soluzioni efficaci, il 13 settembre avremo di nuovo classi pollaio e di nuovo la responsabilità delle conseguenze del non avere agito su questo fronte sarà scaricata sugli operatori scolastici obbligati al Green Pass. Questo è inaccettabile'
Il 13 cosa succederà? 'Siamo ancora fiduciosi in una soluzione, ma se non arriverà siamo pronti a fare valere le nostre ragioni ed i diritti di tutti i lavoratori della scuola, senza distinzione, vaccinati e non vaccinati, con o senza Green Pass'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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