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'Dopo l’alluvione del 2014 Provincia e Regione, hanno predisposto piani di controllo rivolti a clan di istrici e tassi che vengono “deportati” dal loro ambiente naturale verso habitat di montagna dove però rischiano di entrare in competizione con altri clan delle medesime specie. La conseguenza è che altri clan di istrici e tassi ricominciano a scendere verso la pianura seguendo i corridoi ecologici dati da boschi e fiumi rendendolo un inutile spreco di risorse pubbliche. Nel periodo di settembre e dicembre avviene la riproduzione degli istrici quindi dividere le coppie significa causare traumi alle specie e trattandosi di coppie monogame e stabili si rischia di incentivare il ritorno del partner delocalizzato. Nascendo i cuccioli a febbraio il periodo delle catture è quello in cui sono ancora in apprendimento con i genitori, visto che diventano indipendenti dopo 9 mesi dalla nascita.
Meglio sarebbe predisporre piani di controllo nei confronti del gambero rosso della Louisiana o gambero killer che costruisce tane e gallerie sotterranee lungo fiumi e invasi, a volte molto profonde, indispensabili per la sopravvivenza della specie creando fenomeni di instabilità idrogeologica collegati alla sua attività fossoria'. E' il quadro tracciato da Sabina Piccinini e Nino d’Eugenio - del gruppo Modna as pol fer e da Mirko Monari, biologo specializzato in scienze e gestione della Natura. Un intervento, il loro, che richiama l'attenzione sui potenziali e gravi danno provocati dalle ramificazioni delle tane dei gamberi.
'Le tane scavate principalmente dalle femmine e da individui giovani ed adulti possono arrivare a 11,5 cm di diametro ed oltre 1,5 m di profondità creando tane complesse e ramificate con molti individui all’interno della stessa tana. Le tane possono essere chiuse mediante un tappo di fango rendendo meno immediata la loro individuazione. Può capitare che in un metro lineare si possono trovare fino a 7 tane ravvicinate tra loro, aumentando così il rischio idraulico'.
Redazione Pressa
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