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Un lungo applauso di centinaia di persone ha accompagnato il rombo dei motori delle due motrici gemelle che poco prima delle 2,30 della notte hanno fatto superare il cavalcaferrovia di via Ciro Menotti (rafforzato e puntellato appositamente con una struttura metallica posta in via precauzionale), il convoglio della ditta Fagioli, specializzata in questo genere di trasporto, lungo 75 metri e pesante 500 tonnellate. Utilizzato per la consegna di un trasformatore - prodotto dalla ditta Tironi di modena - dalla sede dell’azienda fino al porto di Ostiglia sul Po, a Mantova. Un viaggio che nella notte tra lunedì e martedì ha previsto una prima tappa. Nell'impossibilità di utilizzare la tangenziale per le non complete garanzie offerte da alcuni ponti, il tragitto si è dovuto svolgere su un tratto fortemente urbano. Da via Emilia Est al Cantone di San Matteo, all'estrema periferia nord della città, transitando però su un percorso cittadino.
Uscendo dopo un breve tratto dalla tangenziale Pasternak, per poi percorrere via Divisione Acqui e, da qui, Ciro Menotti, con relativo cavalcavia.
Un viaggio che ha richiesto particolari accorgimenti per le infrastrutture: i lavori preparatori sono iniziati nei giorni scorsi con il puntellamento a scopo precauzionale del ponte di via Ciro Menotti, individuato come il più idoneo per il transito, e sono proseguite anche durante e dopo il passaggio del mezzo. Sul percorso stabilito infatti si sono resi necessari interventi di rimozione della segnaletica, di tratti di guardrail e di pali della luce a ridosso di curve, svincoli e rotatorie. Anche se sono stati i paletti dimenticati che hanno fatto bloccare più volte il convoglio, in attesa che il personale tecnico a supporto della 'carovana' del trasporto, munito di flessibile, li rimuovesse.
Per il personale della Fagioli, ditta specializzata in trasporti eccezionali, è stato un lavoro dichiaratamente di routine, ma le difficoltà non sono mancate. Il percorso cittadino (di fatto obbligato per via dell'impossibilitò ad utilizzare la tangenziale), ha presentato numerosi ostacoli, in parte previsti in parte no. Già da subito alla rotatoria della Vignolese dove, per la difficoltosa manovra e per il rischio (scongiurato), che il trasformatore sollevato più o meno da terra a seconda dalle piattaforme semoventi sia sull'asse verticale che orizzaontale, potesse toccare i cordoli in pietra. Problema che si è ripresentato, dopo l'uscita dalla tangenziale, per tutto l'asse di via Divisione Acqui in prossimità delle 4 diverse rotatorie. Ma la professionalità dello staff Fagioli si mostra anche nel passaggio che alla fine si rivela il più difficile, quello del sottopasso ferroviario. Siamo sempre su via Divisione Acqui. Qui il mergine di errore era sul filo del centimetro. Nonostante nei giorni scorsi si fosse provveduto a togliere 20 centimetri di asfalto su una intera corsia del sottopasso. Per abbassare ancora di più il carico. Il passaggio richiede tempo. Un operatore sale sul trasformatore e mentre il convoglio avanza a centimetro alla volta, controlla la distanza che divide dalla volta del ponte. Ridotta ad un solo centimetro nel punto più critico. La gente segue assiepata in ogni luogo. Tutto ok. Passaggio superato. Si procede. con altre rotatorie. Per ognuna di queste il tempo necessario per il superamento è di circa 30 minuti.
Sempre per lo stesso problema, legato al contatto tra trasformatore e suolo, in particolare i cordoli delle rotatorie. Situazioni ovviate dalla possibilità di alzare letteralmente il grande mezzo, ed il suo carico, attraverso le due piattaforme semoventi. Manovre seguite da centinaia di persone scese in strada a tratti pronti a farsi immortalare, con tanto di selfie, all'evento, particolare, ma comunque evento. Ci vorrà più di due ore perchè l'asse di via Divisione acqui sia percorso dal pesante mezzo. Poi l'arrivo nella rotatoria all'incrocio con viale Ciro Menotti, intorno alle 2,20, salutato da un migliaio di cittadini che già dalle 22 aspettavano l'arrivo nel punto delicato del ponte.
Le motrici che trainano e spingono l'enorme massa accellerano e come in un boato liberatorio spingono il carico su e giù dal ponte, fino ad immettersi su via Albareto e nell’area industriale nord e via Canaletto per uscire, con successo, dal perimetro cittadino. Sono ormai le 3. Anche il convoglio si avvicina al luogo in cui passerà la notte. In località Cantone. Per riprendere oggi il suo viaggio verso Ostiglia dove sarà issato in una chiatta che dal po lo porterà a Venezia
Gi.Ga.