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Migliaia e migliaia di alberi abbattuti, stoccati sul posto e ridotti in trucciolato. Una operazione dagli effetti devastanti, documentati in un nostro articolo nei giorni scorsi, in un'area protetta che ci vorranno decenni per recuperare e compensare. Una operazione che continua da più di un mese che eliminerà alla fine circa 40 ettari i bosco. Il tutto per lasciare spazio alla possibilità di rimuovere sedimenti e terra da utilzzare per l'innalzamento ed il rafforzamento del perimetro arginale della cassa, uno degli step che porteranno insieme ai progetti ancora al palo del rifacimento del manufatto regolatore / diga e dello sfioratore e all'allargamento perimetrali delle attuali casse, ad un innalzamento del livello di sicurezza idraulica del sistema oggi adeguato soltanto al contenimento di piene piccole.
La scomparsa del più grande bosco alle porte di Modena, al confine con il comune di Campogalliano, non è cosa da poco e stupisce perché sta avvenendo nel sostanziale silenzio anche delle associazioni ambientaliste. Ma c'è un altro aspetto che stupisce. Dalle prime indicazioni sul progetto il disboscamento, questo avrebbe dovuto avvenire su una superficie di circa 10 ettari, ma sufficienti per garantire il recupero di terra e sedime, e allo stesso tempo di salvare la maggior parte del bosco. Invece no, l'abbattimento riguarderà circa 40 ettari. Finanziati con i soldi del PNRR che impongono però di realizzare opere entro il 2026. Anche per questo punto le procedure con le grandi ruspe, proseguono, e presto completeranno l'opera di disboscamento. Che di per sé, non incide per nulla, o almeno in maniera significativa, sulla sicurezza idraulica del sistema.
Che, come detto avrà bisogno della realizzazione i tutti gli step per potersi attuare.
'Finora l'unica cosa certa è che è stato abbattuto fino ad ora un bosco di 30 ettari, un unicum nella pianura modenese per non avere alcun risultato in termini di maggiore sicurezza' - specifica Massimo Neviani, anche oggi sul posto. 'Un taglio nella striscia vicino agli argini (circa 20 metri) era inevitabile per recuperare la terra, ma alla fine saranno circa 40 quelli tagliati. Così come quelli all'altezza della diga. Anziché 100 saranno 400 quelli tagliati.
Poi macinati sul posto e ridotti in tonnellate di truciolato. Senza considerare l'impegno di Aipo e Regione a compensare quanto è stato tolto, ma per ora solo come ipotesi. Anche se i lavori, stando a quanto affermato dalla Regione, dovrebbero iniziare a breve. Già dall'autunno. Sui tempi e sui modi per compensare una superficie boscata così ampia e ciò che ha sempre rappresentato per la fauna selvatica protetta, nulla per ora è dato sapere'
Gi.Ga.
Video dal nostro archivio: le immagini dall'alto, il funzionamento della cassa di espansione
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>