1) insufficienza dell’invaso nel fornire un grado di laminazione adeguato rispetto all’evento di riferimento, con tempo di ritorno TR=200 anni
2) inadeguatezza dei manufatti di sbarramento e di sfioro laterale nell’ottimizzare l’efficienza dell’invaso, anche per eventi di piena di minore entità (maggiori di TR 20 anni)
3) inadeguatezza normativa dell’opera, rispetto previsioni del DPR 1363/59, con particolare riferimento all’entità del franco idraulico dei manufatti e rilevati arginali in concomitanza con il passaggio dell’evento di progetto.In sostanza per garantire la sicurezza anche di fronte ad eventi di piena anche di poco superiori a livello TR20 il sistema delle casse di espansione va di fatto ricostruito. E i tecnici, sul tavolo della politica, hanno indicato anche come. Posto che il livello di adeguamento a piene con Tempo di Ritorno 200 anni (valore ottimale in quanto lì tecnici ed ingegneri idraulici hanno individuato il punto di equilibrio tra costi necessari per le opere e costi derivati da eventuali eventi alluvionali possibili se quelle opere non vengono realizzate), è tecnicamente irraggiungibile per l'insufficienza della capacità di invaso,
LOTTO 2 - Adeguamento in quota delle arginature esistenti (oggetto del presente articolo e finanziato con fondi PNRR)
LOTTO 3 - Ampliamento della cassa di espansione del fiume Secchia (comparto in comune di Rubiera) – (finanziato)
LOTTO 4 - Realizzazione «seconda» cassa di espansione del fiume Secchia (non finanziato)Nonostante siano punti definiti da anni, nessuno di questi è stato realizzato, anzi non è stato nemmeno avviato, nonostante il fatto che l'alluvione del 2014, generata dalla rottura dell'argine del fiume Secchia, abbia segnato un punto di svolta anche nell'attività politica, nella programmazione e nei progetti, dopo più di 30 anni di sostanziale immobilismo.Tornando al disboscamento in atto e al futuro utilizzo del materiale di sedime per l'innalzamento e il potenziamento della base delle arginature, inquadrandolo nei punti suddetti, si spiega come di per sé e preso singolarmente l'intervento, a differenza di quanto fatto intendere dalla Regione, nulla conta ai fini dell'innalzamento significativo della sicurezza idraulica e della capacità della cassa. Tantomeno la rimozione degli alberi che così come è, è ben lontana da quella manutenzione descritta nelle note della Regione. Va detto chiaro. La rimozione di migliaia di alberi, di un intero bosco, con tutte le conseguenze sul fronte ambientale, è solo funzionale al fatto che non si può toglier terra e sedime senza prima togliere gli alberi e il bosco che ne sono avvolti e che quel sedime ricoprono. E qui sta comunque un altro aspetto che non emergeva nelle previsioni e nelle descrizioni di Regione ed enti preposti. Che parlavano di taglio nella fascia in prossimità delle arginature (così da prelevare il sedime e posizionarlo alla base delle arginature stesse per rafforzarle alla base a seguito dell'innalzamento), e non su tutta la superficie di bosco e su tutto il bacino, come invece sta avvenendo.Sulla conferma che il materiale sedimentato a seguito delle piene negli anni in cui la cassa non è stata oggetto di pulizia e manutenzione presenta le caratteristiche per essere utilizzato per l'innalzamento e il rafforzamento degli argini, si è espresso recentemente, anche con un video disponibile sul canale youtube di Aipo, l'ingegnere Massimo Valente, responsabile Aipo per l'area di Modena. Ma sui tempi di rimozione e potenziamento degli argini non c'è certezza. E, lo ripetiamo, anche quando concluso, questo singolo intervento del lotto 2 non inciderà in maniera significativa sull'adeguamento della cassa a piene più grandi; adeguamento che dovrà necessariamente vedere il completamento degli altri tre lotti, su tutti il rifacimento della diga (manufatto regolatore) e del cosiddetto sfioratore. Tentare di fare passare l'intervento in oggetto, addirittura anche solo la rimozione degli alberi e dei sedimenti, come potenziamento significativo della cassa è semplicemente sbagliato, e significa non fornire consapevolmente un'informazione corretta ai cittadini. Perché per arrivarci, a quell'adeguamento e a quella sicurezza, è necessario che tutti i punti sopra indicati vengano realizzati. E i tempi, purtroppo, non solo saranno lunghi, ma sono ancora indefiniti. Così come lo sono tempi e le modalità della compensazione delle aree boschive protette a tutela della fauna che in esse vivono, anzi, ormai possiamo dire, vivevano. Anche solo perché c'è da tenere in conto il fatto che prima di riavere un bosco come quello fatto scomparire, ci vorranno decenni.Gianni Galeotti