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Il ponte dell'Uccellino prende forma, ma la sicurezza del Secchia è ancora lontana

Il ponte dell'Uccellino prende forma, ma la sicurezza del Secchia è ancora lontana
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Il ponte dell'Uccellino prende forma, ma la sicurezza del Secchia è ancora lontana
Il ponte dell'Uccellino prende forma, ma la sicurezza del Secchia è ancora lontana

Posizionati gli slot che a giorni faranno scorrere la campata unica sui basamenti costruiti sugli argini. Ma su ponte Alto, nodo critico del sistema, e ancora tutto fermo. Relazioni sul rischio idraulico senza seguito


3 minuti di lettura

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Sta per entrare nel vivo uno dei cantieri più attesi e simbolici degli ultimi decenni per il territorio modenese: quello del nuovo ponte dell’Uccellino, tra Modena e Soliera. Nei prossimi giorni verrà infatti posizionata la grande ed unica campata in acciaio, assemblata in loco, che rappresenta il cuore dell’infrastruttura. La struttura verrà fatta scorrere su imponenti slot metallici fino ad appoggiarsi sui grandi basamenti in cemento armato che attraversa fino in profondità gli argini, collocati sulle due sponde del fiume Secchia (nella foto gallery sono visibili sia i binari sui quali la campata sarà fatta scorrere, sia i due piloni provvisori in alveo che serviranno per il primo posizionamento).Si tratta di un passaggio cruciale che avvicina il momento in cui il collegamento potrà finalmente essere restituito alla comunità, dopo decenni di attesa, gli impegni disattesi e le promesse rinviate della politica di governo, comunale, provinciale e regionale. Eh sì, perché l'opera, divisa tra i comuni di Modena e di Soliera, ha valenza provinciale, in termini di viabilità, ma ha carattere regionale nella sua valenza relativa alla sicurezza idraulica del bacino del Secchia e del nodo idraulico modenese , più in generale, uno dei più critici della Regione.
Ci sono voluti decenni e in ultimo anche una rivisitazione del progetto inizialmente proposto di due ponti (uno per ogni senso di marcia), per arrivare al progetto attuale di attraversamento ad una sola campata a due corsie e con pista ciclabile in sede dedicata.Caratteristiche tecniche
L’infrastruttura principale è realizzata in acciaio Cor-Ten (dalla finitura ruvida e opaca di colore rosso-bruno) e calcestruzzo, materiali volti a minimizzare l’impatto del manufatto e a inserirlo nel paesaggio del territorio circostante, e avrà una carreggiata stradale di 7 metri di larghezza a doppia corsia e due cordoli esterni per complessivi 1.30 metri di larghezza.Il ponte dell’Uccellino per la sua storica inadeguatezza, anche in termini di sicurezza idraulica con una sede stradale Oggi addirittura più bassa rispetto alla sommità dell'Argine su cui poggia, è chiuso frequentemente in caso di allerta meteo e di piene anche piccolissime del fiume, interrompendo una viabilità fondamentale per la zona nord della provincia. Anche se le criticità sul fronte della viabilità, pur importanti, lasciano il passo in termini di importanza al vero nodo critico, che resta quello della vulnerabilità del sistema idraulico del fiume Secchia: in caso di piena, la presenza di ponti obsoleti può aumentare la pressione sugli argini e compromettere l'intero equilibrio del fiume.È in questo contesto che, oltre all’Uccellino, torna centrale il destino di Ponte Alto, storico ma ormai inadeguato collegamento sul Secchia, all'interno del Comune di Modena.
Anche per questo ponte, da anni le relazioni tecniche indicano una pericolosità strutturale elevata, legata non solo alla viabilità interrotta anche a livelli del fiume e di per sé non rappresenterebbero un problema, ma soprattutto al rischio idraulico.Le relazioni (rimaste di fatto lettera morta), dei tecnici sulla potenziale pericolosità di Ponte AltoLa relazione del direttore Aipo Zanichelli del 2015, redatta dopo la drammatica alluvione del 2014, aveva già documentato con chiarezza la criticità dei ponti sul Secchia: non solo Ponte Alto e Uccellino, ma anche Ponte Motta e altri attraversamenti nella bassa modenese. I documenti tecnici parlavano e parlano chiaro: quei ponti, in caso di piena, agiscono come veri e propri sbarramenti, ostacolando il deflusso dell’acqua e amplificando il rischio di rottura degli argini.Una situazione ben nota anche al professor Paolo Mignosa dell’Università di Parma, che nelle sue simulazioni ha mostrato come una rotta a Ponte Alto sarebbe disastrosa, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’area nord di Modena e per la rete ferroviaria limitrofa.
Eppure, quelle evidenze sono praticamente rimaste lettera morta.Un sistema che paga le conseguenze di decenni di immobilismo sul fronte della manutenzione e della prevenzione, soprattutto prima del 2014, che con l'alluvione provocata dalla rottura dell'Argine del Secchia San Matteo, con una vittima a Bastiglia oltre a danni enormi, ha costituito una sorta di spartiacque. Una sorta di sveglia per le istituzioni deputate alla sicurezza idraulica.La costruzione del nuovo ponte dell’Uccellino rappresenta certamente un passo avanti, ma rischia di rimanere isolato se non accompagnato da una strategia più ampia che comprenda la sostituzione o l’adeguamento degli altri ponti critici – primo fra tutti Ponte Alto – e una revisione strutturale delle casse di espansione, anche qui dopo decenni di immobilismo, sta entrando nel vivo soltanto ora. Gi.Ga.
Foto dell'autore

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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