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Un piano che tradisce buona parte degli obiettivi e degli intanti per cui nasce, finendo per favorire e confermare progetti ed investimenti più sul trasporto privato (auto in primis) che sulla cosiddetta mobilità dolce e sostenibile, legata al trasporto pubblico, alla mobilità ciclistica e pedonale. E’ una analisi critica quella che la sezione modenese della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ha tracciato sul nuovo Piano Urbano della Mobilità sostenibile elaborato dal Comune. Un documento che fotografa la situazione attuale del sistema della mobilità e della città, inserito in una visione di area vasta, teso ad indirizzare le scelte politiche per i prossimi dieci anni. Un documento che la Fiab ha analizzato e smontato al fine di metterne in luce criticità e potenzialità e di e di elaborare considerazioni finali e proposte finali da sottoporre al Comune.
Entro il 24 di settembre, ultima data utile per i soggetti privati e pubblici interessati, gruppi di interesse, associazioni, singoli cittadini, per presentare le osservazioni al Piano già depositato. Considerazioni che la Fiab ha illustrato, condiviso ed illustrato ai cittadini in una serata pubblica organizzata alla sala Ulivi. Ad illustrare l'analisi l'Architetto Giorgio Castelli, presidente Fiab. In platea, dove siedevano un centinaio di persone tutte (o quasi) arrivate in bicicletta, cittadini ed alcuni consiglieri comunali. Per la maggioranza, nessun consigliere PD ma il capogruppo dei Verdi Paola Aime e per il Movimento 5 stelle Enrica Manenti.
Giorgio Castelli illustra, attraverso le slide, come il Piano Urbano per la Mobilità sostenibile che dovrebbe offrire una nuova visione capace di andare al di la di quella autocentrica, in realtà la conferma. Con progetti e finanziamenti certi che non si trovano invece sul piano degli interventi per migliorare ed incentivare la mobilità sostenibile.
Rispetto ad una situazione che vede ancora bus inaccessibili a disabili o semplicemente, a persone con difficoltà deambuatorie o mamme in passeggino, o linee importanti senza i minimali servizi di fermata, o piste ciclabili pericolose e, dove ci sono, spesso violate da servizi pubblici e privati (nelle slide scorrono chioschi, distributori automatici, parcheggi, immagini di scarsa manutenzione). Insomma, tutto ciò che fa emergere un quadro di disinteresse dal pubblico rispetto alla qualità dei servizi offerti. 'Non basta citare i tanti chilometri di piste ciclabili se poi non si ha una visione della loro reale funzionalità, fruibilià e pericolosità, senza considerere che i percorsi ciclabili sono una cosa e quelli pedonali un'altra'
'Abbiamo osservato che a differenza di quanto prevede la normativa nazionale ed europea in questo Piano c'è un'attenzione eccessiva nei confronti della mobilità veicolare e c'è uno scarso interesse, ma soprattutto modesti investimenti, sui temi del trasporto pubblico, della pedonalità e della ciclabilità. Per questo riteniamo non solo che sia un errore perché non conforme alle direttive normative, ma anche anche perché penalizza le categorie più deboli della nostra città' - afferma Castelli.
Il piano, per Fiab, non sarebbe in linea con gli indirizzi della normativa regionale, le azioni proposte sarebbero scollegate con gli obiettivi previsti, le azione sulla mobilità sostenibile sarebbero vaghe, incerte, soggette a vincoli, senza finanziamenti, a differenza di quelle sulla mobilità veicolare. 'E se si trascura la mobilità sostenibile, si crea anche una discriminazione rispetto alle fasce della popolazioni con maggiori difficoltà: anziani, bambini e donne. Si, donne, che i dati confermano essere più utilizzatrici del mezzo pubblico o agli spostamenti in piedi ed in bicicletta rispetto agli uomini, per i quali prevale l'uso dell'auto'. Considerazioni condivise con il pubblico presente.
Più di 100 le persone presenti, tutte, o quasi, arrivati in bicicletta. Molti gli interventi dal pubblico che la Fiab ha ora invitato a formalizzare alla Federazione stessa che li esaminerà e potrà integrarli alle osservazioni al piano formulate e da presentare al Comune che, prima dell’approvazione del piano, dovrà dare risposta. L'invito è rivolto anche alle altre associazioni che non presenteranno osservazioni al Piano in forma autonoma.
Gi.Ga.
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