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Ieri alcuni lavoratori delle cooperative in appalto in Italpizza iscritti ai Si Cobas sono tornati davanti ai cancelli dello stabilimento di via Gherbella. I toni sulle condizioni di lavoro non sono più quelli dei mesi scorsi. Perché pur all'interno del contratto multiservizi, contestato dai Si Cobas e dalla CGIL, e sposato da Uil e Cisl, in questi mesi di dibattito acceso e di muro contro muro, sfociati nelle accese proteste di strada, le cose almeno in parte, ora, sarebbero cambiate. I lavoratori sono stati reintegrati e il clima generale all'interno dell'azienda, anche agli occhi dei lavoratori Si Cobas, sembrerebbe essere migliorato. Al fine dichiarato di aumentare il confronto le due cooperative hanno aperto anche uno sportello dedicato all'ascolto dei lavoratori.
Ma ciò non basta.
Perchè per i Si Cobas da un lato ci sono ancora diversi punti irrisolti di merito nell'applicazione del contratto (orari e turnazioni con diversi preavvisi, già al centro anche delle istanze presentate nell'ultimo tavolo in prefettura) ma, su tutto, il mancato confronto aperto a tutti che i Si Cobas chiedono sulle diverse piattaforme contrattuali. Quella in vigore, basata sul contratto Multiservizi, oggetto dell'accordo raggiunto dalle cooperative e dalla proprietà con Uil Trasporti e Cisl (oggetto dei recenti tavoli in Confindustria), e quella proposta dai tre comparti (trasporti, alimentaristi e grande distribuzione commerciale), della CGIL, basata sull'applicazione del contratto nazionale distinto per l'alimentare.
Un confronto che i Si Cobas chiedono facendosi forza dell'impegno assunto nell'ultimo tavolo indetto in prefettura convocato a seguito degli ultimi scioperi. Nel quale la stessa Prefettura si era impegnata a valutare, entro la settimana successiva all'incontro, la possibilità di convocare un tavolo con proprietà, cooperative dei lavoratori, confindustria, Cisl, Uil, CGIL e Si Cobas.
E in questo ultimo punto sta il nodo dichiaratamente insuperabile. Sia per l'azienda sia per le cooperative che in rapida sequenza sono intervenute oggi, da un lato per ridimensionare e condannare la mobilitazione di ieri dei Si Cobas (oggi, confermato anche dalla Polizia davanti ai cancelli il presidio era rientrato), e dall'altro per rifiutare ogni ipotesi di confronto ad uno stesso tavolo, con soggetti (i Si Cobas), giudicati al limite della legalità.
'Sono sembrati qualche decina- precisano le cooperative Evologica e Cofamo in una nota congiunta- ma i soci-lavoratori effettivamente operanti presso il cantiere Italpizza, sono stati ieri pomeriggio meno di 15. Tutti gli altri sono esponenti Si Cobas provenienti da fuori provincia o esponenti dei centri sociali che hanno scelto questo come terreno di battaglia per proprie rivendicazioni, che nulla hanno a che fare con il diritto dei lavoratori, con l'applicazione di un contratto legittimo e con le richieste avanzate fino ad oggi'.
Parlando di 'ennesimo blocco illegale inscenato ieri pomeriggio, approfittando dell'indisponibilita' delle forze dell'ordine sul territorio', Evologica e Cofamo dicono di proseguire con la verifica delle singole posizioni retributive e contributive, per ogni lavoratore, cosi' come stabilito ai recenti incontri in Prefettura a Modena. In questo senso, specificano le coop: 'Nessuna anomalia e' stata ravvisata dopo i controlli richiesti in merito alla corretta applicazione del legittimo contratto nazionale'.
Gia' questa mattina, in ogni caso, 'i pochi soci-lavoratori che ieri pomeriggio si sono assentati dal lavoro hanno fatto regolarmente rientro alle proprie mansioni'. Confermando 'il pieno rispetto di quanto sancito negli accordi', Cofamo ed Evologica ribadiscono la propria 'non disponibilita'' ad incontrare 'esponenti di organizzazioni che agiscono ai margini della legalita', essendo gia' esse parte attiva all'interno del tavolo aperto presso la sede modenese di Confindustria Emilia in linea con una volonta', mai venuta meno, di restare aperti al dialogo e al confronto con i propri addetti'.
A stretto giro di mail, segue la nota di Italpizza: ''Italpizza non siede ne' mai siedera' al tavolo con rappresentanti di organizzazioni che agiscono al di fuori della legalità. Ribadiamo l'assoluta contrarieta' a dialogare con soggetti che non possono essere riconosciuti perche' riuniti in un'organizzazione che non risulta firmataria di alcun contratto nazionale, oltretutto autrice di azioni prepotenti e illegali e contraria, per proprio stesso statuto, ai principi della libera impresa e del sistema economico di cui Italpizza e' espressione '.
Intanto, procede con sindacati confederali, Confindustria e coop 'il percorso a tappe verso la definizione di un piano programmatico e di sviluppo pluriennale'. Percorso che, teme l'azienda, ora 'potrebbe essere compromesso dalle azioni illegali portate avanti ancora in queste ore con effetti ogni volta imprevedibili'.
Si tratta di effetti, aggiunge Italpizza in una nota, che 'anche l'opinione pubblica, gli automobilisti e i numerosi clienti dello spaccio dimostrano di aver colto' tra 'manifestazioni di insofferenza e disagio'. E in tutto questo lavoratori, autotrasportatori e operatori dell'indotto, conclude l'azienda, 'vedono minacciata la propria attivita' dalle azioni violente con cui gli autori dei blocchi illegali impediscono il libero passaggio di persone e mezzi'.
Nella foto, presidio Si Cobas davanti all'azienda e, sotto, da sinistra, Marcello Pini (Si Cobas Modena), e Luca Mazzetti (Referente cooperativa Cofamo)