Mafia, 33 anni fa l’omicidio dell'imprenditore Libero Grassi
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Mafia, 33 anni fa l’omicidio dell'imprenditore Libero Grassi

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Libero Grassi venne ucciso il 29 agosto 1991 per vendetta della mafia, che l'imprenditore aveva 'sfidato' pubblicamente


Mafia, 33 anni fa l’omicidio dell'imprenditore Libero Grassi
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Poche righe pubblicate sul ‘Giornale di Sicilia’ e quella tentata estorsione portata alla luce affinché fosse esempio di resistenza alle imposizioni della mafia: “Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia”. Libero Grassi, ucciso il 29 agosto di 33 anni fa, sfidò così Cosa nostra, con la forza delle parole e con quella lettera che si concludeva con una dichiarazione di intenti: “Diremo no” a tutte le altre richieste, così come era stato fatto con quella del “Geometra Anzalone”.
Era il gennaio del 1991 e la sua “Lettera al Caro Estortore” fece scalpore.

La mafia aveva chiesto 50 milioni alla sua Sigma, azienda tessile che produceva pigiami e vestaglie da uomo, ma Libero Grassi non ci stava a vedere andare via il frutto del suo lavoro (“Ho costruito questa fabbrica con le mie mani“). La lettera fece di Grassi un eroe involontario: arrivò la notorietà, consacrata con l’invito a ‘Samarcanda’ di Michele Santoro nell’aprile del 1991. Con questa arrivarono anche i rischi e la solitudine da parte dei vertici dell’associazione degli industriali. Era solo la mattina di quel 29 agosto, in via Alfieri, senza la scorta personale che aveva rifiutato, mentre si stava recando verso la sua auto per andare in fabbrica alle sette e quaranta; venne ucciso con quattro colpi di pistola.

 

Troppo grande lo ‘sgarbo’ fatto ai clan, che non potevano accettare che il coraggio di Grassi facesse scuola tra commercianti e imprenditori palermitani.

Per quell’omicidio vennero condannati Salvino Madonia, figlio del boss di Resuttana e il complice Marco Favaloro. Da allora, ogni anno, in via Alfieri, istituzioni e amici della famiglia Grassi si ritrovano per ricordare il sacrificio di un imprenditore che chiedeva soltanto di potere lavorare liberamente nella sua terra. La vernice rossa che ogni 29 agosto macchia il marciapiede di via Alfieri va oltre il significato meramente simbolico, così come la scritta (non ci sono lapidi) che ogni anno viene rinnovata: “Il 29 agosto 1991 qui è stato assassinato Libero Grassi – Imprenditore, uomo coraggioso ucciso dalla mafia, dall’omertà dell’associazione degli industriali, dall’indifferenza dei partiti, dall’assenza dello Stato”.

 

Quella Palermo, ora, è un ricordo sbiadito: imprenditori e mondo politico hanno voltato pagina schierandosi con la legalità nella strada aperta da Libero Grassi e proseguita dai ragazzi di Addiopizzo. Per anni il ricordo dell’imprenditore che per primo si ribellò al racket fu affidato al coraggio della moglie, Pina Maisano, diventata simbolo di resilienza e lotta per un futuro libero dalla cappa pesantissima di Cosa nostra. Nel 2016 la morte della moglie di Libero Grassi e il passaggio di testimone ai figli, Davide e Alice, e al nipote, Alfredo Chiodi.
Oggi il nome di Libero Grassi e le sue idee di libertà vengono portate avanti dall’associazione ‘Parco Libero’, nata nel gennaio 2020 con lo scopo di avviare la rigenerazione sociale di una precisa area della costa Sud di Palermo. Un’area nella zona di Acqua dei Corsari, alla periferia est del capoluogo siciliano, dove agli inizi del ventesimo secolo si insediarono le fabbriche di mattoni di cotto caratterizzate da altissime ciminiere ancora esistenti. Quella zona col tempo fu contrassegnata dal degrado ambientale e negli anni del ‘Sacco di Palermo’ fu trasformata in una mega discarica di sfabbricidi a cielo aperto.
Nel 2013 l’area viene intestata formalmente dal Comune a Libero Grassi ma ci sono voluti undici anni, e una buona dose di polemiche per potere avere una data di inizio lavori di bonifica che dovrebbero partire proprio nell’autunno di quest’anno. La dirigenza del settore Acque e Rifiuti della Regione Siciliana ha infatti comunicato al Comune l’avvenuta firma della Ragioneria generale del decreto di finanziamento per la bonifica del parco: riprotetti gli 11 milioni di euro del Po-Fesr 2014-2020 sulla nuova programmazione. Questo permetterà al Comune, una volta che il decreto sarà registrato ufficialmente, di far partire i lavori di riqualificazione dell’area verde ad Acqua dei Corsari “nel giro di un mese e mezzo”, come annunciato dal sindaco Roberto Lagalla.

Redazione Pressa
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