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Una esposizione chiara a tutti e coinvolgente, ricca dei mille aneddoti che un ricercatore, studioso e cacciatore di meteoriti può avere, quella tenuta dal Prof. Gianpaolo Signinolfi, già docente Unimore - in occasione della donazione formale di altre 82 meteoriti raccolte nei suoi viaggi e nei sui studi al Gemma, Museo Mineralogico e Geologico Estense del Sistema dei Musei e Orto Botanico.
La cerimonia di consegna è avvenuta mercoledì 18 maggio ore 17.30 presso il Complesso universitario Sant’Eufemia a Modena.
L’appuntamento, aperto dal Direttore del Sistema dei Musei e Orto Botanico, prof. Emiro Endrighi, e dalla Responsabile del Museo Universitario Gemma, dott.ssa Milena Bertacchini, è proseguito con l’approfondimento sul fenomeno dei meteoriti del prof. Gian Paolo Sighinolfi. All'interno del museo oggi sono esposte una trentina di meteoriti, alcune delle quali già donate al museo dallo stesso Sighinolfi, ed alcune provenienti anche da Modena.
Uno dei pezzi più importanti per dimensione quello che di fatto ha dato iniziato alla collezione prima e al museo modenese poi. Il blocco di meteorite fu ritrovato nel 1819, quando l'Arciduca Massimiliano d'Este portò in regalo al Duca Francesco IV due frammenti di un meteorite caduta a Stannern, in Moravia (oggi Repubblica Ceca). La documentazione originale di tale donazione è conservata presso il Museo Universitario Gemma. A partire da tale data, la Collezione di Meteoriti dell'Università di Modena andò progressivamente arricchendosi di nuovo materiale attraverso donazioni da collezioni private, scambi ed in conseguenza di attività di ricerca su tali materiali svolte da docenti e ricercatori dell’Ateneo modenese, il prof. Gian Paolo Sighinolfi in particolare.
La città di Modena ha fornito un importante contributo alla storia ed allo sviluppo delle Scienze Cosmologiche a partire dal 1766 quando il gesuita Domenico Troili descrisse la caduta di un sasso dal cielo ad Albareto, in prossimità della città ducale.
È universalmente accettato che quella riportata nel trattato del Troili sia la prima descrizione scientificamente appropriata di un evento di caduta dal cielo di sassi o pietre avvenuta in tempi moderni.
“La Terra è costantemente bersagliata da corpi celesti. I crateri d’impatto – afferma il prof. Gian Paolo Sighinolfi, già docente Unimore - che questi corpi imprimono sulla superficie terrestre sono come finestre sul passato, sul presente e sul futuro del nostro Pianeta. Queste finestre sono state oggetto delle mie ricerche sin dal 1970 e di una passione iniziata in un corso di studi nel 1964 La donazione che oggi faccio al Sistema dei Musei e Orto Botanico è frutto delle ricerche di una vita, è un patrimonio scientifico e culturale che ritengo doveroso vada ad arricchire la Collezione di Meteoriti del Museo Gemma”.
“Siamo particolarmente grati al prof. Sighinolfi – afferma il prof. Emiro Endrighi Direttore del Sistema Museale e Orto Botanico di Unimore – per questa donazione che, nel mentre arricchisce il patrimonio museale di Unimore, amplia e irrobustisce l’offerta di conoscenza verso i giovani e i cittadini su un tema di valenza scientifica e di indubbio fascino”.
“Le ricerche in campo meteoritico che il prof. Gian Paolo Sighinolfi ha svolto - afferma la dott.ssa Milena Bertacchini Responsabile del Museo Gemma di Unimore - in tutto il mondo hanno favorito la conservazione e la valorizzazione della Collezione storica di Meteoriti oggi esposta al Museo Universitario Gemma. La donazione della sua collezione personale di frammenti di meteoriti, tettiti e materiali d’impatto, rappresenta un ulteriore e prezioso contributo al patrimonio museale dell’Ateneo ed alle ricerche in questo campo“.
La Collezione storica di Meteoriti del Museo Universitario Gemma
Circa vent'anni dopo il ritrovamento del frammento ad Albareto, nel 1794, il naturalista tedesco Ernst Chlandi (1756-1827) descrisse la caduta di un'altra ‘pietra dal cielo’ caduta in Russia per la quale propose una provenienza extraterrestre, come in effetti poi la scienza ha in seguito dimostrato. Per tale ragione, Chlandi è considerato dal mondo scientifico come l'iniziatore ed il capostipite delle Scienze delle Meteoriti e delle Scienze Cosmiche in genere.
Tuttavia, è lecito affermare che il nome di Modena e del Troili, attraverso l'evento di Albareto, sono rimaste e rimarranno per sempre nella storia di tali scienze. Forse fu proprio grazie al perdurare nel tempo della memoria di questa caduta che fu creato il primo nucleo di una Collezione di Meteoriti a Modena.
E dal 1 gennaio 2020, il legame del modenese con le Scienze Cosmologiche si è rinnovato e rafforzato grazie alla caduta del Meteorite di Cavezzo, del quale sarà presto donata una copia al Museo Universitario Gemma.
Redazione Pressa
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