L'indagine è pubblicata sul British Medical Journal ed è stata coordinata da Lisa Hartling, dell'Università dell'Alberta ad Edmonton.Per lo studio i rischi sarebbero comunque inferiori a quelli legati all'infezione naturale.Per ragazze e ragazzi di età compresa tra 5 e 11 anni e femmine di età compresa tra 18 e 29 anni, i tassi di miocardite dopo la vaccinazione con vaccino Pfizer in particolare potrebbero risultare inferiori a 20 casi per milione. Ancora: per le persone di età compresa tra 18 e 29 anni, la miocardite è probabilmente più alta dopo la vaccinazione con Moderna che con Pfizer e per i soggetti di età compresa tra 12 e 39 anni, i tassi di miocarditi o pericarditi potrebbero essere inferiori quando la seconda dose viene somministrata più di 30 giorni dopo la prima dose.I dati specifici per i maschi di età compresa tra 18 e 29 anni indicano che l'intervallo tra le somministrazioni potrebbe dover aumentare addirittura a più di 56 giorni per ridurre sostanzialmente i tassi di queste condizioni. Insomma: per limitare i rischi, meglio distanziare le somministrazioni vaccinali.
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