Il progetto, che ha un costo complessivo di 155mila euro, di cui 122mila finanziati con un contributo regionale, è frutto di un accordo tra Regione Emilia-Romagna, Comune di Modena, Tavolo della Legalità e Anbsc (Agenzie Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) e prevede una serie di passaggi.
Il primo è la riqualificazione dell’immobile, su cui sono necessari interventi strutturali, in modo da renderlo fruibile una volta terminati i lavori.
'Il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati- dichiara l’assessore Mazzoni- è lo strumento con cui intendiamo promuovere i valori della giustizia sociale, restituendo ai territori un patrimonio immobiliare riqualificato, trasformandolo in un’opportunità di sviluppo locale e un simbolo di legalità. Nel caso di Modena si conferma anche l’opportunità di sperimentare la partecipazione attiva dei cittadini nella definizione delle funzioni dell’immobile, anche individuando modelli innovativi di gestione'.
L’Emilia-Romagna è oggi la terza regione del Nord Italia per numero di beni immobili confiscati. E di questi, quasi una cinquantina sono già stati assegnati lo scorso anno alle amministrazioni locali nelle sole province di Parma e Reggio Emilia, un volume superiore al complesso di beni immobili a oggi recuperati nell’intero territorio regionale. Dal 2011, la Regione è intervenuta su 34 beni immobili destinati a enti locali con un contributo regionale di oltre 7,2 milioni di euro, per favorirne il riutilizzo per finalità sociali.