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'Ordine giornalisti, si vota: alla professione servono nuove regole'

'Ordine giornalisti, si vota: alla professione servono nuove regole'

Parla il candidato Marco Amendola. Il paradosso della elezione è che non esiste un elenco ufficiale di liste e candidati ai consigli regionali e nazionale


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Giornalisti al voto. Mercoledì 19 e giovedì 20 scatta la seconda (e decisiva) fase delle votazioni per eleggere i nuovi componenti negli organismi di rappresentanza.
Si vota mercoledì 19 e giovedì 20 marzo 2025, dalle ore 10 alle 20, con voto online; e domenica 23 marzo 2025, dalle ore 10 alle 18, in presenza ai seggi. Chiamati alle urne oltre 100 mila giornalisti elenchi professionisti e pubblicisti in tutt'Italia, chiamati a rinnovare il Consiglio regionale dell’Ordine, il relativo Collegio dei revisori dei conti e per il Consiglio nazionale dell’Ordine stesso. Nel modenese è Marco Amendola, giornalista e collaboratore de La Pressa ad essersi candidato per il consiglio regionale dell'Emilia Romagna, nell'elenco dei giornalisti professionisti.
'Ho deciso di candidarmi per portare in consiglio la voce dei precari, dei free lance, dei giovani. I giornalisti - spiega Amendola - hanno un ruolo sociale importante, quello di informare i cittadini. Oggi le edicole sono in crisi e i giornali sono in calo di vendite perché i cittadini hanno perso la fiducia in una stampa che spesso non svolge sempre il proprio compito, ovvero essere al servizio della collettività.
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Il rilancio dell'informazione e una rinnovata fiducia nella stampa può arrivare solo dai giornalisti e da un'informazione di qualità'.
Tutti i giornalisti dell’Emilia Romagna possono votare online (con Spid o Cie), un sistema certo “moderno” che affianca anche la possibilità del voto in presenza, ma che certamente non è semplice da recepire. La stortura ad esempio più grande è che di fatto non esiste un elenco ufficiale di liste e candidati ai consigli regionali e nazionale, elemento che rende difficile conoscere liste e candidati di ogni regione.
Amendola perché ti candidi?
'In questi anni ho sensibilizzato dall'esterno e su vari questioni il nostro Ordine regionale: per esempio su abusivismo della professione, concorsi pubblici, nomine fiduciarie politiche negli uffici stampa pubblici. Ma c'è davvero tanto da fare per essere più vicini a un lavoro in rapida evoluzione, che peraltro sconta anche il fatto di essere ancora regolata con regole ormai desuete, fatte quando il giornalismo era completamente differente da quello odierno. Io vorrei avere la possibilità di continuare a dare un contributo sugli argomenti che citavo, portando più direttamente all'interno dell'Ordine queste tematiche. Se eletto, ad esempio, intendo impegnarmi per attivare un controllo attivo sui bandi pubblici per selezioni trasparenti'.
Puoi spiegare meglio?
'Molti bandi per ruoli giornalistici dentro le amministrazioni pubbliche oggi sono scritti non sempre in modo trasparente e quasi mai rispettano ad esempio le regole presenti nel protocollo firmato in Emilia Romagna da Anci e gli enti di rappresentanza giornalistica.
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In questo modo ogni ente pubblico segue un proprio percorso, non sempre quello corretto, come ho segnalato all’Ordine Emilia Romagna in questi anni'.
C’è quindi un problema di selezione pubblica?
'Si tratta di una situazione da analizzare in modo approfondito, per questo se sarò eletto proseguirò nel lavoro di monitoraggio dei bandi. Quanto ho detto prima a esempio segue la seguente prassi: molti enti pubblici, grandi e piccoli, nella nostra regione selezionano giornalisti tramite l’articolo 90 della Legge sugli enti locali che disciplina la possibilità da parte del sindaco di costituirsi, legittimamente, il proprio staff per gli anni di mandato. Il problema è che spesso tale personale di staff, secondo la legge selezionato per chiamata diretta, va poi a occuparsi dell’ufficio stampa dell’ente medesimo, dunque passa, seppur a tempo, in un ufficio pubblico per il quale servirebbe un bando di selezione come per qualunque altro ruolo nella pubblica amministrazione'.
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