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Portato in ambulanza al Pronto Soccorso dell'ospedale di Guastalla nel reggiano, scortato da un'auto della municipale dopo una colluttazione avvenuta in un comune vicino, un ragazzo pakistano residente a Fabbrico ha afferrato un blocco di cemento inseguendo gli operatori con l'intenzione di colpirli. E' successo due giorni fa intorno all'una di notte. L'uomo ha poi danneggiato l'ambulanza che lo aveva portato in pronto soccorso per poi distruggere ogni cosa a tiro, diversi pc e le strumentazioni del Pronto Soccorso. Il danno ammonterebbe a 80mila euro. All'arrivo delle Forze dell'ordine l'uomo è stato immobilizzato con lo spray al peperoncino e si trova ora in stato di fermo. Il Pronto Soccorso è stato chiuso dalle 2 della notte scorsa e riaperto alle 4.
'Gli episodi di violenza che accadono nelle strutture sanitarie, Pronto soccorso in particolare, non devono avere nessuna tolleranza.
Le Forze dell’ordine fanno già uno straordinario lavoro, ogni giorno, e li ringrazio per questo. E noi agiremo in sede penale e civile a carico di coloro che si rendono protagonisti di atti di violenza fisica o verbale. Nelle realtà più decentrate, più distanti dai presidi delle Forze dell’ordine, integreremo presto la vigilanza con apposito personale professionalmente adeguato, non certo sostitutivo ma complementare alle stesse forze dell’ordine e chiaramente in coordinamento con Prefetture e Questure nei modi e nelle forme che si riterranno opportune'. Lo ha detto Raffaele Donini, assessore regionale alla Salute, dopo l’ultimo episodio di violenza avvenuto nel Pronto soccorso di Guastalla.
'Ho dato disposizione ai Direttori generali di tutte le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna - ha proseguito l’assessore - di dotarsi quindi di ulteriori servizi di vigilanza laddove venga ritenuto necessario. La premessa, ho chiarito bene, è che ogni passo deve essere concordato in via preliminare con le Autorità preposte alla sicurezza. Detto questo, però, confermo la nostra volontà di offrire un contributo affinché le persone che si trovano a lavorare nei luoghi di cura, o che quei luoghi li frequentino per necessità, possano avere garanzie sulla loro sicurezza'.
Redazione Pressa
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