Un insolito flash mob ha animato questa mattina il centro storico di Modena. Un gruppo di cittadini si è riunito in un luogo simbolo come Piazzale della Pomposa sedendosi a terra o su sedute portate da casa per esprimere una richiesta: installare o ripristinare panchine rimosse. Panchine come strumenti di socialità inclusione e sicurezza in contrasto ad una situazione che oggi obbliga di fatto ad accedere a locali per concedersi qualche minuto a sedere. Il tema delle panchine, apparentemente di poco conto, è stato sottolineato dai promotori come cruciale per la socialità e la sicurezza urbana. Come evidenziato da Beppe Sebaste, citato durante l'evento, le panchine sono 'più che luoghi di sosta, servono per guardare, osservare, supporto fisico per incontrare e parlare, socializzare'. A Modena, tuttavia, la loro scarsità è percepita come un freno a questa spontanea aggregazione.I cittadini presenti hanno evidenziato come la carenza di panchine penalizzi in particolare le persone anziane, impossibilitate a trovare un luogo di riposo durante le loro passeggiate, ma anche genitori, lavoratori in pausa e chiunque desideri semplicemente un momento di sosta. Durante il flash mob è emerso un paradosso che affligge Modena: in diversi luoghi del centro, le panchine sono state rimosse in risposta a un utilizzo distorto da parte di delinquenti e malintenzionati.
Una misura che, nell'intento di eliminare un punto di appoggio e di stazionamento per attività illecite, finisce per togliere un'opportunità e un diritto fondamentale ai cittadini onesti, oltre che un elemento che nell'utilizzo da parte di cittadini onesti, può fungere da deterrente nei confronti di presenze e aggregazioni meno rispettose della cosa pubblica. 'Le panchine non sono solo un simbolo di riposo e socialità; sono anche uno strumento di sicurezza' - affermano i partecipanti all'iniziativa. 'Un luogo dove le persone possono sostare e interagire è, infatti, un luogo vivo e frequentato, e la presenza di individui che osservano e vivono lo spazio può agire da deterrente per presenze indesiderate, contribuendo a migliorare la percezione di sicurezza, soprattutto in zone come Piazzale della Pomposa e Via Taglio, riconosciute sia come luoghi di aggregazione che, a volte, di insicurezza'.L'iniziativa odierna richiama alla mente dichiaratamente progetti virtuosi come quello in corso a Milano, la 'città delle panchine'. Con ben 30mila panchine e un ambizioso piano di ampliamento per il 2025, il capoluogo lombardo dimostra come questi elementi possano diventare veri e propri 'simboli e strumenti per la socialità'.
A Milano, le panchine non sono solo sedute, ma raccontano storie: ci sono quelle rosse contro la violenza di genere, quelle lilla per i disturbi alimentari, quelle arcobaleno e quelle commemorative, trasformando l'arredo urbano in veicolo di memoria, consapevolezza e dialogo.
Considerando l'età anagrafica del nostro Paese, il più vecchio d'Europa, come sottolineato dagli organizzatori del flash mob, dotare le città di nuove panchine significa fare più spazio all'inclusione. Non solo luoghi di riposo, ma 'veri e propri luoghi di ristoro, socializzazione e tempo di qualità, mentre la città corre'.
I cittadini modenesi sperano che il loro appello non cada nel vuoto e che l'amministrazione comunale raccolga il messaggio, promuovendo un piano per l'installazione di nuove panchine che rendano il centro storico di Modena un luogo più accogliente, accessibile e sicuro per tutti, superando il paradosso che oggi priva la città di un elemento la cui assenza o presenza diventa determinante per molte persone per visitare o frequentare i luoghi pubblici.