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'Una centralina installata per 15 giorni, come quella che il Comune si è impegnato a mettere in servizio dalla fine di ottobre alla metà di novembre, non ci aiuterà ad avere chiara la situazione dell'inquinamento nella zona delle fonderie di via Zarlati. Per tenere conto di tutte le variabili ambientali che si incrociano e che definiscono l'esposizione dei residenti sul lungo periodo (a rischio stando ai dati forniti da Arpae sul benzene), è necessario avere una centralina fissa che monitori in continuo, e almeno per un anno, la situazione'.
A ribadirlo dopo l'incontro convocato la scorsa settimana in Comune alla presenza della proprietà delle fonderie e dell'Assessore all'Ambiente, Alessandra Filippi, è il consulente tecnico del Comitato Respiriamo Aria Pulita Pietro Bertolasi.
I residenti della Madonnina (quartiere dove hanno sede le fonderie cooperative e dove davanti alle scuole di via Amundsen, nella notte, è stato affisso un emblematico striscione riferito alla fonderia, al benzene e all'amianto), lamentano ancora il problema legato alla non risposta, rispetto alle alte di concentrazioni di benzene rilevate da Arpa nei monitoraggi della scorsa primavera. In particolare, attraverso il comitato continuano a richiamare l'attenzione sulle immagini della web-cam installata a spese dei residenti stessi e funzionante H24 che registrano la fuoriuscita di fumi soprattutto al di fuori dei camini su cui si sta conducendo la sperimentazione per la riduzione delle emissioni. Fumi e polveri, quelli al di fuori dei camini monitorati, la cui fuoriuscita è stata verificata e confermata anche in sede di tavolo tecnico convocato in comune, ma sulla quale non si è più saputo nulla, nonostante l'impegno dello stesso tavolo tavolo tecnico ad ulteriori approfondimenti.
Problema come gli altri emersi negli ultimi mesi solo a seguito delle segnalazioni del comitato dei cittadini RespiriaMo aria pulita che hanno trovato riscontro (confermando come nel caso del benzene, allarme e preoccupazioni), anche negli organismi tecnici attivati appositamente, Arpa e Usl su tutti. Compresa la presenza del cemento amianto ammalorato che copre uno dei capannoni abbandonati nell'area delle fonderie. Sul quale però la proprietà dell'azienda, sollecitata dal Comune, si è impegnata, nell'incontro del 22 ottobre scorso in Comune, ad intervenire entro la fine dell'anno per incapsulare (di fatto rendere innocuo, isolandolo), l'amianto della copertura stessa.
Una risposta soddisfacente tra le diverse che soddisfacenti non lo sono affatto. Su tutte, quella relativa alla richiesta di una centralina fissa per il monitoraggio in continuo negata dal Comune sia in consiglio comunale (non ci sono le condizioni emergenziali che ne giustificano l'installazione, disse l'Assessore Filippi), sia nell'incontro di una settimana fa in comune, sul piano di delocalizzazione che dovrebbe avvenire entro il 2022. Impianto dove il Comune ha confermato che procederà all'installazione di una centralina per un periodo limitato a 15 giorni dalla fine di ottobre alla metà di novembre. Quel periodo ritenuto, appunto, insufficiente dal Comitato. Che, per la prima volta invitato con diritto di parola ad un incontro istituzionale, ha chiesto maggiori garanzie sul come arrivare, in termini di emissioni e di monitoraggio delle stesse, all'appuntamento con lo spegnimento dell'impianto al 2022.
Perché l'azienda continua a funzionare a pieno ritmo e gli ultimi monitoraggi ufficiali sugli inquinanti (Arpa nella primavera scorsa misurò un alta quantità di benzene e mise nero su bianco i rischi legati alla salute relativi ad una esposizione sul lungo periodo come quella dei residenti), non aiutano a tranquillizzare i residenti.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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