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Tra poco sarà a disposizione anche degli under 12 e già i genitori si rivolgono ai pediatri per consultarli: dovranno fare oppure no il vaccino anti-Covid ai loro figli, una volta che il prodotto Pfizer otterrà il via libera degli organismi di controllo in Europa e in Italia? La risposta di Alessandro Ballestrazzi, presidente della federazione italiana medici pediatri (Fimp) dell'Emilia-Romagna è intanto vedere 'quali saranno i criteri applicativi'. Ma 'non sono contrario, penso sia una opzione importante', dice il medico, intervistato ad Aria Pulita su 7 Gold. 'Sapere che questa malattia non è così devastante per i bambini come lo è per gli anziani e gli adulti fragili è una cosa che mi conforta. Ma c'è da dire che, a parte il fatto epidemiologico per cui il bambino più contagiare altre persone, complicanze come la sindrome infiammatoria multisistemica sono da tenere in conto e giustificano l'idea di vaccinare i bambini'.
Si tratta della Mis-C, appunto la sindrome infiammatoria multisistemica associata al Covid che colpisce i più piccoli e che sta attirando l'attenzione degli studiosi. Per Ballestrazzi va fatta insomma per il vaccino anti-Covid una valutazione come quella che si fa per il morbillo. 'La possibilità di una complicanza grave anche rara giustifica secondo me una decisione in questo senso'.
Di sicuro, sottolinea Ballestrazzi in un altro passaggio dell'intervista, oggi 'c'è un aumento dei contagi nella seconda infanzia, e questo è molto preoccupante perchè legato alle necessità giustissima di frequentare la scuola. Non dobbiamo abbassare la guardia'. Il Covid nei bambini 'ricorda una comune influenza, nella maggior parte dei casi è praticamente asintomatico, o si manifesta con sintomi molto banali come il raffreddore'. Da un lato, dice il pediatra, 'questa è una cosa positiva ma dall'altro rende difficile valutare i casi, soprattutto in una situazione dove c'è anche tanta patologia normale'. Infatti l'influenza sta correndo più veloce rispetto agli ultimi anni, come conferma sempre Ballestrazzi, e sta mettendo alla prova gli ambulatori dei pediatri.
Redazione Pressa
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