Sabato 24 maggio a partire dalle ore 12.30 presso la sede de La Clessidra a Nonantola in Piazza Tien An Men 1 si terrà il pranzo solidale finalizzato alla raccolta fondi per il Popolo Saharawi. Sarà l’occasione per incontrare i rappresentanti della associazione Kabara Lagdaf ODV e l’equipe di chirurgia pediatrica dell’AOU di Modena di ritorno da una missione svoltasi nell’ottobre scorso.
Il popolo saharawi viveva nel Sahara Occidentale, in un territorio ricco di minerali; era una colonia spagnola. Nel 1975, epoca di decolonizazione dell' Africa, la Spagna dopo quasi cento anni di dominazione cede al Marocco e alla Mauritania la colonia. A seguito di accordi, il regno del Marocco invade il Sahara Occidentale, spingendo alla fuga una parte della popolazione saharawi, che viene accolta in Algeria. Vengono quindi allestiti dei campi profughi a sud della città di Tindouf. Qui i saharawi danno vita alla RASD Repubblica Araba Saharawi Democratica, si strutturano con un governo, dei ministri, un presidente della repubblica, un esercito. Hanno scuole (ciclo elementare/medie), dispensari in ogni villaggio. Oggi dopo 50 anni il popolo saharawi continua a vivere in parte nel Sahara Occidentale nel territorio occupato dal regno del Marocco, e in parte nei campi profughi nel deserto algerino.
Nel mezzo, una fascia di territorio che negli anni sono riusciti a riprendersi, ed un muro di sabbia lungo 3000 km con postazioni militari e disseminato di mine antiuomo. Nel Sahara Occidentale le organizzazioni per i diritti umani, denunciano l'aumento da parte delle autorità marocchine degli attacchi alla libertà di espressione, di associazione, di manifestazione relativamente alla popolazione saharawi. Le condizioni di vita nei campi profughi sono durissime a causa delle condizioni climatiche e ambientali. Manca l'acqua e il clima è molto arido, con forti escursioni termiche. Vivono di aiuti umanitari internazionali, e un pò di pastorizia. Ultimamente l'Algeria ha portato l'elettricità e le strade asfaltate, almeno quelle principali che collegano i vari villaggi. Nel 1991 il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha autorizzato l'invio di una missione per il referendum nel Sahara Occidentale (Minurso). Dopo molte risoluzioni, il referendum per l'autodeterminazione del popolo saharawi non è stato ancora effettuato e non si vedono aperture per una soluzione condivisa e definitiva del conflitto. Dal 2020 è ripresa la guerra. L'associazione Kabara Lagdaf prende il nome da una bambina scomparsa nonostante le cure ricevute a Modena agli inizi degli anni 90.
Kabara Lagdaf promuove progetti rivolti all'infanzia, occupandosi in modo particolare di bambini con gravi patologie, che se del caso vengono inviati a Modena, per essere sottoposti ad interventi. L'Associazione Kabara Lagdaf si occupa del viaggio, del vitto e all'alloggio, e i bambini vengono ospitati a Casa di Fausta. Tutto questo è possibile grazie a protocolli Policlinico/ASL/Regione/Ministeri/Ambasciate. Molti bambini, tra gli 8 e i 10 anni, vengono ospitati in Italia durante il periodo estivo, sottoposti a controlli sanitari e accolti per una vacanza. Il progetto è ormai attivo dal 1993.
Domani sera, 23 maggio, Eliana Borsari, Anna Maria Galli, Paolo Mattioli presenteranno il progetto Saharawi e l’iniziativa del pranzo solidale in diretta Radioattivanonantola all’interno del format Passaparola, dalle 19.00 alle 21.00 ascoltabile in streaming (www.radioattivanonantola.it). Eliana Borsari (52 anni) assistente sociale. Eletta in Consiglio Comunale nelle elezioni amministrative del 2024, fa parte della Giunta della Sindaca Tiziana Baccolini con deleghe al Servizio Sociale, Volontariato, Pace e Intercultura. E’ stata tra le fondatrici di Pace e Solidarietà nel 1992, associazione nata per sostenere le popolazioni colpite dal conflitto nei balcani e successivamente per l'accoglienza dei bambini Saharawi. Il Comune di Nonantola fa parte del Coordinamento Regionale dei Comuni impegnati a sostenere il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione del popolo Saharawi.
Anna Maria Galli, nonantolana, 64 anni, si occupa attivamente della causa Saharawi da dieci anni; lavora a un progetto che si occupa dei bimbi da 0 a 12 e delle mamme straniere che frequentano la scuola di italiano. Paolo Mattioli (53 anni), tifoso del Modena Calcio, dal 1993 impegnato nell’attività di. accoglienza dei bambini Saharawi, prima con l’associazione Pace e Solidarietà e poi con Anni In Fuga. Nel 1996 ha partecipato a un viaggio con varie delegazioni italiane con la presenza dei Modena City Ramblers nei campi profughi Saharawi nel deserto del Sahara Algerino; nel 2010 ha visitato i campi con i medici del reparto pediatrico del Policlinico di Modena.