Rave all'ex Bugatti: 'Siamo distrutti da quelle immagini, sfregio enorme a luogo simbolo della Motor Valley'
Enrico Pavesi, insieme al padre Ezio, è stato dagli anni '90 al 2022, custode dello stabilimento. Poi con una associazione da anni occupa della tutela del sito privato da 70.000 metri quadrati, la 'fabbrica blu', per tutelarne la storia: 'Speriamo almeno che dalla devastazione nasca maggiore attenzione per un luogo da tutale'
01 novembre 2025 alle 19:25
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'Un pesante sfregio a un simbolo della Motor Valley. Le immagini di questa occupazione ci hanno distrutto. E' l'apice di un declino di un sito che purtroppo è aumentato negli ultimi 3 anni, dal 2022, da quando siamo stati obbligati a non occuparcene più. Come custodi dello stabile e dell'area. Speriamo che questo fatto che porterò sicuramente a danni e degrado porti ad una maggiore attenzione e tutela di un luogo che rappresenta la storia di un territorio ed è tutt'ora simbolo della Motor valley' . Parole di Enrico Pavesi. Insieme al padre Ezio dal 1990 fino al 2022 custode dello stabilimento e dell'area da 70.000 metri quadrati, centro di produzione delle super car. Custodi anche dopo la chiusura della produzione, nel 1995, al fine di garantire cura e sicurezza del sito, iconico anche nelle forme e nei suoi spazi.. Ed è proprio dalla volontà di custodie e tramandare quanto questo luogo rappresenta che Enrico ed Ezio hanno contribuito a fondare l'Associazione Bugatti Automobili Campogalliano APS, creata con altri ex dipendenti e appassionati per mantenere viva la memoria della fabbrica, oggi di proprietà di un potente uomo d'affari che l'ha recentemente rilevata per poi abbandonarla, e promuovere la Motor Valley.
'Abbiamo cercato di mantenerlo pulito e sicuro fino all’ultimo – spiega ancora Enrico – ma la proprietà ha deciso di interrompere ogni attività e nel 2022 ci ha chiesto di lasciare il sito. Da lì è nata l'associazione, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare un luogo che da soli possiamo difendere solo in parte, vista la sua vastità'.Dalle immagini diffuse relative al rave emergono muri imbrattati e cancelli danneggiati. «Quel cancello che per anni abbiamo aperto, custodito e mantenuto ora è coperto di scritte e graffiti. È doloroso vedere ciò che resta di un luogo che non è un semplice capannone, ma una parte della storia della Motor Valley» aggiunge Pavesi.'Da quando non ci è più stato permesso di occuparcene, lo stabilimento è caduto in rovina', iniziando un lento declino. In balia di incursioni sono stati rotti vetri, imbrattato muri. Quanto sta succedendo è ciò che non avremmo mai voluto vedere. Non immaginiamo quali saranno le conseguenze di questo rave. Di dronte a questo disastro, l’unica speranza è che questa ferita serva a risvegliare l’attenzione di chi può sostenere un percorso di tutela e valorizzazione, obiettivo che come associazione perseguiamo da tempo'.
Appello e speranza che di fronte alle immagini hanno spinto anche a rilanciare una petizione on-line, Su Change.org dove le firme raggiunte sabato sera erano già oltre 600.'Auspichiamo che anche questo contribuisca a generare, dopo il rave, ad aprire una nuova fase di riqualificazione e tutela'. Gi.Ga.
Gianni Galeotti
Giornalista
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...
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