Campogalliano: a migliaia al rave abusivo nello stabilimento dell'ex Bugatti
Migliaia di persone da questa notte. all'interno dell'area della storica 'Fabbrica blu', in stato di abbandono. Scene simili a quelle del rave di Halloween, tre anni fa a Modena. Ma questa volta accesso impedito ai giornalisti, anche senza obiettivi
Sul posto sono immediatamente intervenute le forze dell'ordine ed i vigili del fuoco. La circolazione nell'area circostante è andata in tilt già dalle ore immediatamente successive all'inizio del grande afflusso. Nel capannone sono stati portati impianti di enorme potenza per trasmettere musica e l'intenzione dei partecipanti sarebbe quella di proseguire per l'intero fine settimana, sulla scia di quanto successe tre anni fa, all'interno del grande capannone industriale in disuso a Modena Nord. Caso che portò all'introduzione da parte del neo governo in carica, al decreto Rave con pene più severe per chi occupa spazi pubblici e organizza eventi di questo tipo senza alcuna autorizzazione. Da quell'anno a Modena, non furono più organizzati rave abusivi, quanto meno fino ad oggi. Questa volta il luogo è a Campogalliano nell’immensa area e nell'immenso stabilimento che fino a qualche anno fa ospitava la produzione della Bugatti. E fino a qualche anno fa anche un solo custode sorvegliava sulla sicurezza dell'area. Ora abbandonata anche se in buone condizioni. Decine di autocaravan e mezzi sono transitati direttamente dal portone principale di ferro, dal quale da questa mattina transitano decine di giovani. Diversi però preferiscono accedere dalle aree dei capannoni circostanti. In diversi punti le reti di recinzione sono state divelte.L'area intorno allo stabilimento è inaccessibile ad ogni mezzo dalla scorsa notte. Presidiata in ogni via da pattuglie di forze di polizia. Polizia locale Polizia di Stato Carabinieri, Guardia di Finanza che da metà mattina sono coadiuvate anche dai mezzi anti sommossa. Ma la situazione fuori e dentro sembra assolutamente tranquilla. A differenza di 3 anni fa quest'anno l'accesso viene impedito ai giornalisti anche senza obiettivi per documentare. Quello che impariamo di ciò che succede all'interno e da coloro che si fermano a parlare all'est
L'accesso principale è quello dello stabilimento, dove da subito sono apparse scritte contro la polizia Pro Palestina e contro il decreto antirave varato nel periodo immediatamente successivo al rave a Modena di tre anni fa. Il nostro tentativo di entrare, dopo esserci qualificati come giornalisti, è stato vano: non vogliono la presenza all’interno. La situazione, tuttavia, appare piuttosto tranquilla.All'interno - ci raccontano - sono presenti numerosi impianti ma uno principale che per molti vale la pena di un viaggio anche da centinaia di chilometri per vederlo in funzione. Numerosi giovani, fermati all’uscita dall’area, ci confermano questa impressione. Chiedono di non essere ripresi, ma raccontano che il loro intento è quello di “passare un fine settimana fuori dagli schemi ascoltando musica, creando una comunità sospesa nel tempo e nello spazio e rispetto alle regole'. Quelle a cui fanno appello nel momento in cui chiedono di non essere ripresi.«Non vogliamo creare disturbo», ci dicono. «Questi spazi di libertà vengono ricavati in luoghi in disuso, il nostro intento è solo quello di ritrovarci. Non vogliamo problemi e non vogliamo crearli».
Il capitolo droga, tanta all'interno, c'è ma tra chi si ferma a parlare all'esterno viene descritta come una possibilità. Ci dicono che come gli altri anni ci sono mezzi e luoghi in cui acquistarla all'interno. Così come ci sono caravan dove è possibile ricevere una prima assistenza in caso di problemi anche di alcol e dove avere consigli su uso e abuso di droga. Gli effetti sono già evidenti anche da tanti che escono all'esterno. In condizioni psicofisiche altamente alterate. All'esterno comunque possono contare su un centro mobile di soccorso allestito dai volontari delle Anpas coordinate dal 118, all'interno di una tenda da campo. Che rimarrà fino a quando l'occupazione si protrarrà. Probabilmente fino a domani le forze di polizia potrebbero non intervenire. A meno che non si ravvisassero problematiche all'interno. La zona industriale intorno all'area da questa notte preclusa al traffico e però piena di mezzi auto camper dove le persone si recano per recuperare oggetti personali o da mangiare o, per chi ha autocaravan, dormire. Casse di birre, acqua e super alcolici vengono scaricate dalle auto e portate all'interno. Passando da quel portone che viene aperto e chiuso ogni volta da persone spesso travisate. All'interno gli spazi vengono sempre più occupati dall'aumentare delle persone dai capannoni agli edifici adibiti ad ufficio fino al tetto pianeggiante dove molti piantano tende.Sono decine le persone che arrivano, entrano o escono dall’area. Molti sono attrezzati con cibo e coperte, altri escono per cercare qualcosa da mangiare o da bere, anche se all’interno — raccontano — ci sono bar autogestiti. «Però i prezzi sono un po’ alti», afferma Luca. «Cinque o sette euro per un panino sono tanti».
La maggior parte dei partecipanti che abbiamo incontrato ha dai 25 ai 35 anni, molti lavorano, spesso con impieghi precari, e trovano in questi raduni uno spazio di condivisione e libertà che nella vita quotidiana dicono di non riuscire a trovare.
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