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Redditi in leggero aumento nell'ultimo anno fiscale, ma il loro valore 'frana'
La Pressa
Presentato il quarto report annuale di Federconsumatori CGIL sui redditi da lavoro dipendente in provincia di Modena. In otto anni l'inflazione, e non solo, si è mangiata dai 2000 ai 5000 euro a famiglia

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Più di 43.000 dichiarazioni dei redditi elaborate solo nel 2024 dalla CGIL di Modena, confrontabili in modo omogenee con le centinaia di migliaia elaborate dal 2016 ad oggi, forniscono un campione molto significativo per capire le tendenze della capacità reddituale delle famiglie modenesi e per analizzare quanto sia il loro peso in termini di potere di acquisto. Ed è quando il reddito viene posto in relazione fattuale agli indicatori inflattivi, del costo della vita, tra cui gli affitti, che emergono le criticità maggiori. Quelle emerse dal quarto report Federconsumatori CGIL presentato questa mattina a Modena. Emblematicamente intitolata 'La Frana', l’indagine ha messo in luce una realtà che nonostante i redditi in crescita, si registra progressivo svuotamento del potere d’acquisto dei cittadini negli ultimi otto anni, con tendenze particolarmente evidenti anche negli ultimi due anni.
Dal 2016 al 2023, il reddito medio dei lavoratori modenesi hanno registrato un incremento di circa 800 euro su base annuale, passando dai 18.873 del 2017 ai 19.640 del 2023, misurati con l'ultima dichiarazione del 2024. Dopo essersi mantenuti stabili praticamente per 6 anni (nel 2022 i redditi risultanti dalle dichiarazioni 2023 registravano la media di 18.663, ovvero un livello più basso di quello del 2016), si è registrata una impennata nei redditi dal 2022 al 2023 questi ultimi registrati con le dichiarazioni del 2024. Un incremento minimo sicuramente non in linea con l'aumento del costo della vita, e che per questo ha peggiorato la situazione dei lavoratori e delle famiglie.
Gli esempi riportati durante la conferenza di presentazione dell'indagine che ha svolto un Focus anche su pubblico impiego, scuola e sanità sono significativi. Si va dall'insegnante che al primo accesso alla scuola guadagna poco più di 1100 euro al mese e che è impossibilitata a vivere in una città come Modena in cui i corsi degli affitti si aggirano anche per appartamenti piccoli, sui 700 euro.
Così come è sempre più difficoltosa la situazione anche per due giovani under 35 entrambi con un lavoro, ma di cui uno part time, ma che con un reddito complessivo di circa €21.000 oltre a registrare difficoltà ad affrontare la vita quotidiana non hanno alcuna possibilità di accedere a un mutuo e comunque di fatto di iniziare a costruire un percorso di vita e di crescita a Modena.
Dall'analisi presentata oggi risulta infatti una perdita complessiva, dal 2016, del 12,5% in termini di potere d'acquisto. L'inflazione, pur attenuatasi al 5,7% nel 2023 rispetto all'8,3% del 2022, continua a pesare gravemente sulle famiglie a basso e medio reddito, con consumi concentrati in aree come beni essenziali, gas ed energia elettrica.
Nel 2023, la riduzione media delle retribuzioni si è attestata al -0,1% rispetto all'anno precedente, evidenziando però significative differenze territoriali e settoriali.
Donne e Giovani: le Maggiori vittime della Crisi.
Le donne continuano a guadagnare il 27,4% in meno rispetto agli uomini, con una perdita del 14,1% del loro reddito negli ultimi otto anni. I settori maggiormente penalizzati vedono una predominanza femminile, come i servizi socio-sanitari, educativi privati, commercio e pubblici esercizi. Qui, le donne rappresentano ben il 73% delle dichiarazioni analizzate.
I giovani sono un altro gruppo duramente colpito. Nei servizi privati educativi e socio-sanitari, il reddito degli under 35 è calato del 15% dal 2016, mentre nel commercio la perdita è stata del 12,5%. Nei pubblici esercizi, settori tradizionalmente giovanili, il crollo sfiora il 30%. Tuttavia, alcuni settori come la logistica e l’industria manifatturiera mostrano una parziale controtendenza, con perdite molto più contenute o addirittura vicine a zero.
Settore Pubblico: Segnali di Crisi e Leggeri Accenni di ripresa
Il rapporto analizza anche le condizioni del settore pubblico, basandosi su oltre 28.000 dichiarazioni di redditi presentate tra il 2016 e il 2023. Nella sanità pubblica, la riduzione salariale è stata del 10,9% in otto anni, con un significativo gap di genere: le donne guadagnano mediamente il 18,5% in meno degli uomini. Nel pubblico impiego, la contrazione salariale è stata del 7,7% nello stesso periodo, concentrata soprattutto negli ultimi due anni. Tuttavia, i redditi dei lavoratori più giovani mostrano una leggera crescita, anche grazie alle nuove assunzioni legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
'Non c’è nessuno che metta in discussione l’emergenza salari, almeno nella sua dimensione generale. Tutti sono in grado di collegare gli effetti, ad esempio, dell’aumento del 30% degli affitti, in pochi anni a Modena, con la riduzione del potere d’acquisto dei salari, che qui abbiamo presentato. Abbastanza facile poi collegare l’inverno demografico, ed i suoi effetti su tutti, con i dati retributivi degli under 35, donne in particolare. Forse è più difficile collegare la crescita del lavoro povero, e dell’assenza di lavoro, sul bilancio generale dei nostri Comuni e del nostro Paese, misurare gli effetti concreti – su tutti – della crescita dell’area di povertà sulla coesione del nostro tessuto sociale' - affermano Marzio Govoni, Presidente Federconsumatori Provincia di Modena APS, e Elisabetta Valenti Referente Caaf CGIL Emilia-Romagna Modena e Provincia
'Se nessuno mette in discussione l’emergenza salari è ovviamente sulle risposte da dare che il caos è grande. C’è persino chi la risposta l’ha trovata, per via legislativa, nel far crescere il lavoro precario, nell’aumento delle incertezze, nel deprimere il ruolo della contrattazione. Altri, inascoltati, continuano a considerare insopportabile che nel nostro Paese sia in corso da tempo un colossale ed iniquo processo di redistribuzione della ricchezza, a discapito della grandissima parte delle cittadine e dei cittadini, a favore dei profitti e delle rendite. Nelle dichiarazioni dei redditi delle modenesi e dei modenesi, presentate un anno fa al Caaf CGIL, c’è una nostra fotografia fedele, senza filtri ad esaltarne i colori. Ed è una fotografia cupa, difficile da guardare a lungo. Non c’è niente da fare; per quanto disturbante va guardata per bene: in quella fotografia ci siamo noi, c’è il nostro possibile futuro, al quale rifiutiamo di rassegnarci' - concludono Govoni e Valenti.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>