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San Damaso, no al mega impianto di accumulo senza garanzie e confronto, centinaia di firme martedì al sindaco

San Damaso, no al mega impianto di accumulo senza garanzie e confronto, centinaia di firme martedì al sindaco

Il locale comitato alza la voce: 'Siamo preoccupati anche per la mancanza di informazioni. Dopo il no del consiglio comunale ai 160 container quali garanzie? Non siamo contrari alla transizione energetica ma vogliamo rispetto'. Mentre a diversi proprietari di terreni è stato chiesto di vendere per la realizzazione di un campo fotovoltaico


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A San Damaso, frazione a sud della città, il malcontento è tangibile. Non tanto per la natura del progetto – due impianti di accumulo di energia elettrica (BESS, Battery Energy Storage System) da 200 megawatt – quanto per i modi con cui è stato portato avanti. Dopo l'assemblea pubblica dello scorso mese l'azione dei cittadini soprattutto residenti della zona, è proseguita con una raccolta firme, che martedì prossimo saranno consegnate al sindaco di Modena in municipio.
Obiettivo fare il punto e richiamare l'attenzione su un progetto che preoccupa, sia nel merito sia nel metodo ovvero per l'assenza di trasparenza e corretta informazione. Richiamata anche nel volantino che da alcuni giorni e distribuito nella frazione. “BESS così, no!” si legge nel volantino diffuso nelle case e nei negozi del quartiere.Un passo indietro: il progetto
Il progetto prevede l’installazione di 150 container-batteria, alti circa 4 metri, su un’area di 30.000 metri quadri lungo la via Vignolese, a ridosso delle abitazioni. Un'iniziativa che, almeno sulla carta, dovrebbe contribuire alla transizione energetica sfruttando l’energia prodotta dalla vicina centrale di Terna, immagazzinandola e immettendola nella rete nazionale in caso di necessità.
Ma la comunità locale non ci sta, e non si oppone alla tecnologia in sé, quanto alla sua collocazione e – soprattutto – alla totale assenza di un confronto preventivo con i cittadini.
Nel volantino informativo distribuito dal Comitato si elencano le principali criticità sollevate anche da ARPAE (l’Agenzia regionale per l’ambiente). In particolare, viene segnalato il superamento dei limiti di rumore notturno nei punti più vicini alle abitazioni, la mancanza di piani chiari per la gestione degli sversamenti in caso di incendio o malfunzionamento, e l’assenza di una valutazione degli impatti elettromagnetici.
Alla luce di queste lacune, ARPAE non ha espresso parere favorevole al progetto. Stessa posizione presa dall’Amministrazione Comunale di Modena, che con due delibere del 2024 (la n. 47 e la n. 48) ha sottolineato le criticità dell’intervento, definendolo impattante per la vicinanza alle abitazioni, per il rischio idraulico e per l’aumento di traffico lungo la già congestionata via Vignolese. Il Comune ha anche criticato apertamente la scelta dei proponenti di non attivare un processo partecipativo con la cittadinanza.Tanti motivi di preoccupazione: rischio ambientale e, già ora, la svalutazione di terreni e case
Non è sicuramente poi svanito il ricordo dell'incendio del febbraio dello scorso anno in un blocco della centrale Terna dal quale generarono forti emissioni poi al centro di un complesso monitoraggio delle sostanze inquinanti da parte di Arpae che fortunatamente confermarono concentrazioni al di sotto delle soglie di allarme per la salute pubblica.
Ma non solo. Nel periodo che ha diviso l'assemblea dei cittadini dello scorso anno ad oggi diversi proprietari di terreni adiacenti si sono visti bussare alla porta da funzionari per valutare la possibilità di cedere l'area per la realizzazione di un grande campo fotovoltaico. Anche in questo caso in diversi hanno ritenuto opportuno rivolgersi a un avvocato. Perché al di là degli aspetti tecnici, quello che preoccupa i cittadini, è l'assenza di informazione pubblica rispetto a quanto di grande sta succedendo o potrebbe succedere. L'incontro col sindaco andrebbe anche in questa direzione: fare il punto in maniera trasparente e chiara di quali siano gli sviluppi. Anche perché se nulla è stato ancora installato non si sa quale sia il punto delle possibili autorizzazioni previste considerando che si tratterebbe di opere giudicate strategiche e che rispondono quindi a logiche nazionali capaci di bypassare anche i singoli vincoli e i pareri territoriali. Tanto più, è triste dirlo visto i precedenti, le azioni dei cittadini Sono alle prese con le conseguenze di una forte valutazione sia dei terreni sia delle abitazioni dell'area.
Anche solo di fronte ad un progetto che fino ad ora è solo paventato e sulla carta.
Il Comitato insiste: “Non siamo contrari all’energia pulita. Siamo contrari ai progetti imposti senza trasparenza e senza tutele per chi vive qui.” Le firme raccolte – che saranno consegnate al sindaco la prossima settimana – chiedono la sospensione del progetto in attesa di una revisione che preveda studi completi, valutazioni d’impatto indipendenti, opere di mitigazione credibili e una pianificazione chiara anche sulla dismissione futura del sito.
Gi.Ga.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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