A Modena ne sono previste 30 (nelle immagini l'elenco di dove saranno) distribuite in modo capillare nei vari distretti, in base alla popolazione e alle caratteristiche socio-sanitarie del territorio. Le AFT avranno sede in Case della Comunità o in altri presidi sanitari già esistenti, che fungeranno da hub (centri principali) o spoke (sedi periferiche), e saranno gestite in collaborazione tra i medici e le altre figure sanitarie.
Ma che cosa sono esattamente le AFT?
Le Aggregazioni Funzionali Territoriali rappresentano una forma di organizzazione dei medici di medicina generale su base territoriale. Non si tratta di un luogo fisico, ma di un modello organizzativo che riunisce i medici operanti in una determinata area con l’obiettivo di garantire un'assistenza coordinata, accessibile e continuativa ai cittadini.
L’AFT non sostituisce il rapporto medico-paziente basato sulla scelta del medico di famiglia, ma lo arricchisce, favorendo il lavoro in rete e la presa in carico condivisa, anche grazie al supporto di altri operatori sanitari e sociali. In particolare, mira a potenziare l’assistenza alle persone con malattie croniche o fragilità, migliorando la continuità e la qualità delle cure.
Le AFT sono pensate per garantire una presa in carico integrata del paziente, in particolare di chi soffre di patologie croniche o si trova in condizioni di fragilità. In Emilia-Romagna, infatti, il 36,5% della popolazione ha almeno una malattia cronica e il 3,6% ne ha tre o più, in un contesto dove l’età media è ormai di 47 anni. Di qui la necessità di un’assistenza più continua, vicina al cittadino e non frammentata tra troppe figure. Per sostenere questo modello, il ruolo unico del medico di medicina generale, introdotto dall’accordo collettivo nazionale del 2024, punta a integrare le diverse funzioni del medico di famiglia e del medico di continuità assistenziale (ex guardia medica), permettendo ai professionisti
Tuttavia, a fronte della necessità di rafforzare la sanità territoriale, permane una grave carenza di medici di base, che rischia di vanificare gli sforzi organizzativi. I bandi regionali per il reclutamento di nuovi medici non stanno dando i risultati sperati: nell’ultima tornata solo un quarto dei candidati si è effettivamente presentato, a fronte di posti disponibili decisamente superiori.
Il rischio concreto è che, pur con una rete territoriale più moderna ed efficiente, la mancanza di personale medico comprometta l'efficacia del sistema proprio nel momento in cui cresce il bisogno di una sanità più vicina ai cittadini, specialmente per anziani, cronici e persone non autosufficienti.