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Si è chiuso con il ringraziamento da parte di molte persone in platea nei confronti dei referenti dei comitati, l'incontro organizzato a Limidi di Soliera sullo stato di rischio del fiume Secchia. Un fiume adeguato, nel suo sistema arginale e di casse di espansione, a contenere soltanto piene piccole con parametro di portata a TR20 rispetto alla portata TR200 presa a riferimento per la messa in sicurezza da parte della Autorità di bacino e della comunità scientifica. E in questi anni, pur di fronte a relazioni tecniche che indicavano criticità e possibili soluzioni, ben poco si è fatto per adeguarne ed innalzarne la sicurezza. Non tanto rispetto ad un cambiamento climatico che c'è sempre stato ed è uno dei fattori di rischio ma rispetto a parametri ed eventi che ciclicamente si ripetono (il disastro romagnolo ne è la conferma), e nei confronti dei quali non arrivano risposte, nemmeno quando si presentano delle denunce alla procura rispetto a fatti gravi come le due alluvioni che hanno colpito Modena e la provincia nel gennaio 2014 e nel dicembre 2020.
Come è stato fatto da un gruppo di cittadini nel 2021.
Presenti, come relatori, i referenti dei comitati Secchia, Arginiamo, Salute ambientale Campogalliano e Modena respiriamo aria pulita, insieme al geologo Giovanni Martinelli. I dati forniti e proiettati sullo schermo derivano tutti dalle relazioni Aipo, di Autorità di bacino, della regione Emilia Romagna. Portate delle piene, limiti delle strutture attuali, rischi del passato e del presente e del futuro. Riferimento rispetto a cosa di doveva e si poteva fare. Che inchiodano amministratori e politici alle loro responsabilità e che aiutano ad inquadrare i fenomeni nella loro dimensione non solo climatica ma soprattutto di gestione del territorio. Per farlo, tra i relatori, c'è anche il geologo Giovanni Martinelli.
Toccato anche il punto dell'informazione istituzionale alla cittadinanza.
Una informazione che anche in occasione dell'ultima piena, ben al di sotto in termini di portata a quel TR20 in entrata alla cassa di espansione che definisce una piena comunque piccola, ha fornito ai cittadini informazioni come fossimo di fronte ad un evento eccezionale di portata storica nei confronti del quale il nodo idraulico modenese avrebbe retto. In realtà la piena è passata senza grandi conseguenze perché era piccola. Il sistema, a Modena, ed in particolare sull'asta del Secchia, ha retto perché la piena era piccola, piccolissima. Un elemento che dovrebbe preoccupare, considerando che a valle della cassa di espansione il livello del fiume era comunque alto. A conferma dell'inadeguatezza del sistema abbandonato da 30 anni e non del contrario.
Nel video le dichiarazioni, sui temi trattati, dei referenti del Comitato Secchia Massimo Silvestri e del Comitato Arginiamo Vittorio Cajò.
Redazione Pressa
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