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Il Centro Studi Storici Nonantolani
, l'Archivio Abbaziale di Nonantola
e l'editore il Fiorino di Modena hanno pubblicato, in occasione del Giorno della Memoria 2021, la ricerca storica di Matteo Malaguti
sulla vicenda della ragazza ebrea Sarina Brodski, nata a Sarajevo nel 1927, rifugiata a Villa Emma di Nonantola.
Il libro contiene le prefazioni di Rav Beniamino Goldstein, Rabbino capo della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia e di Don Alberto Zironi, Parroco di Nonantola, Redù e Rubbiara e Priore del Capitolo Abbaziale di Nonantola.
In questo libro è narrata la vicenda della ragazza ebrea Sarina Brodski (Shulamit Munchik) nata a Sarajevo il 1 ottobre 1927, una vicenda intrecciata con quella del gruppo dei 73 Ragazzi di Villa Emma di Nonantola, Modena. È una storia individuale e toccante raccontata con una narrazione chiara e ben documentata. Può essere una proposta utile per conoscere e districare i motivi e le forze che hanno concretizzato il razzismo e per comprendere e capire quello che alcuni uomini giusti e coraggiosi fecero in un tempo malvagio.
La fuga di Sarina dalle persecuzioni naziste ed ustascia inizia nella primavera del 1941 con l’invasione italo-tedesca della Jugoslavia.
Anche a Sarajevo, sua città natale, furono applicate le leggi razziali. Sarina fu incarcerata con la madre e la sorella nel campo di concentramento di Djakovo, da cui riuscì a fuggire presso la piccola comunità ebraica di Spalato, che l’aiutò con la Delasem a fuggire a Nonantola presso il gruppo di Villa Emma. Da Spalato raggiunse la comunità di Villa Emma con altri 32 ragazzi jugoslavi il 14 aprile 1943. Dopo l’8 settembre 1943, a causa dell’invasione tedesca dell’Italia, per evitare la cattura da parte delle SS fu costretta a rifugiarsi nella neutrale Svizzera con tutto il gruppo di Villa Emma. Finita la guerra, nel giugno 1945 raggiunse la Palestina, terminando così la sua aliyah.
La sua fu una fuga con il gruppo dei ragazzi di Villa Emma conclusasi con successo, contro i piani nazisti di deportazione e di sterminio.
Nei documenti e nel quaderno dei saluti utilizzati per questa ricerca sono importanti sia i fatti narrati che gli aspetti psicologici dei ragazzi inseriti nella tremenda storia della Shoah vista attraverso gli occhi di adolescenti.
Nella foto la copertina
Redazione Pressa
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