Sicurezza idraulica nodo Naviglio-Modena: 19 milioni ma progetti al palo
Il progetto di sollevatore per scaricare acque in Panaro da rivedere, e per le casse ai prati di San Clemente nulla di definitivo. La risposta dell'Assessore Priolo, la preoccupazione dei Comitati
Lo abbiamo visto e documentato per Secchia e Panaro e oggi lo vediamo e documentiamo riportando la risposta dell'assessore regionale con delega alla Protezione Civile Irene Priolo alla interrogazione posta alcuni mesi fa dal Consigliere regionale di FDI Michele Barcaiuolo. Una risposta che pare mettere la pietra tombale sul primo progetto di sollevatore delle acque del Naviglio, ovvero un impianto capace, una volta chiuse le porte vinciane del Naviglio a Bomporto, nel passaggio della piena del Panaro, di alleggerire il Naviglio pompando l'acqua nel Panaro stesso. Un progetto, quello del cosiddetto sollevatore che, già nel 2019, era stato presentato come definitivo e realizzabile. Un progetto che invece oggi torna in alto mare, nonostante lo stanziamento di apposite risorse in questo caso arrivate a seguito della seconda alluvione negli ultimi 6 anni, quella del 6 dicembre 2020, che colpì duramente Nonantola. Pronti, a detta dell'assessore regionale alla Protezione Civile Irene Priolo, ci sarebbero 19 milioni. Ma c'è un ma, un enorme ma.
'Una prima ipotesi progettuale, a livello di fattibilità, condivisa anche con il territorio - afferma l'assessore nella risposta - prevedeva la realizzazione di un by-pass ed un impianto di sollevamento a distanza di un paio di km dalle Porte Vinciane.
Allo stato attuale, nell’ambito della progettazione definitiva, sono in corso approfondimenti tecnici volti alla valutazione di soluzioni meno impattanti e che prevedono la realizzazione di un impianto di sollevamento in corrispondenza delle Porte Vinciane”.
Come dire, la filosofia del progetto viene confermata, ma il progetto va cambiato. Radicalmente. Perché spostare il cuore strutturale dell'impianto significa cambiarlo radicalmente e avviarlo ad un nuovo iter. E per un progetto di tale portata significa tempi lunghi, quantomeno indefiniti. Che per un'opera ritenuta strategica per la messa in sicurezza del nodo idraulico dell'area non solo di Bastiglia e Bomporto ma anche di Modena, conoscendo bene gli effetti del Naviglio sul capoluogo, non è proprio tranquilizzante. Anzi, per i Comitati dei cittadini creati e attivi da anni per la sicurezza idraulica, è molto preoccupante. 'Anche perché - affermano in una dichiarazione congiunta Arginiamo, Salute Ambientale Campogalliano, Respiriamo Aria Pulita e Secchia - il Naviglio l'unico corso d'acqua modenese di cui era pronto il progetto e si potevano chiedere i finanziamenti.
Dalla risposta dell'assessore Priolo apprendiamo invece dell'eliminazione di questo progetto presentato al pubblico a Bomporto nel 2019 dall'ingegnere Federica Pellegrini, dirigente di Aipo, come definitivo.
La nostra delusione viene dalla consapevolezza della pericolosità della situazione del Naviglio perché in caso di piena anche piccola del Panaro si chiudono i portoni vinciani a Bomporto impedendo il deflusso delle acque del Naviglio e quindi di Modena mandando 'a mollo' auto e piani terra in città.
Considerando i 40 anni di rinvii per la messa in sicurezza del Naviglio questo ennesimo blocco ci pone in un stato di pessimismo più umido che nero'. Una valutazione che si estende anche ad una opera per la messa in sicurezza del bacino del Naviglio, ovvero 'le casse di espansione ai prati di San Clemente, annunciate da 20 anni e progettate da 5, servono per assorbire l'acqua dei violenti temporali estivi su Modena, ma dell'inizio dei lavori di scavo non c'è traccia. Unica cosa evidente è lo stanco ripetersi di annunci'
Gi.Ga.
Nella foto, il ponte di #Bomporto sul #Naviglio, nel punto di immissione con il Panaro. Il ponte è dotato di porte vinciane capaci di chiudersi in modo naturale quando il livello del Panaro supera quello del Naviglio, impedendo così un flusso di ritorno
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