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Sospesa: dalla pandemia alla guerra. Ecco il libro di Raffaella Regoli

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'Ho iniziato a scrivere questo diario perché non volevo dimenticare. Non volevo dimenticare neppure una scheggia, un frammento minimo di quello che è'


Sospesa: dalla pandemia alla guerra. Ecco il libro di Raffaella Regoli
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'Dalla Pandemia alla Guerra: diario di una giornalista libera e fuori dal coro'. E' questo il romanzo appena uscito di Raffaella Regoli con la prefazione di Mario Giordano per Arianna editrice.

Raffaella  Regoli,  caporedattore Mediaset, e inviata  della  trasmissione  “Fuori  dal  Coro”,  racconta  gli  eventi  di  questi  ultimi  mesi:  dalla  pandemia  alle  proteste contro il green pass, dagli scontri alle sospensioni dal lavoro, dai lockdown all’Apartheid del nuovo millennio. Fino alla nuova emergenza, la Guerra. Eventi che hanno segnato uno spartiacque nella Storia e nelle nostre vite. 
Sospesa è un racconto in prima persona, perché come noto anche Raffaella Regoli, in quanto over 50, è stata sospesa dal lavoro per aver commesso, come lei stessa scrive nel libro, 'l’amaro crimine di difendere la mia libertà di scelta, come sancito dalla nostra Costituzione'. 



'Ho iniziato a scrivere questo diario perché non volevo dimenticare. Non volevo dimenticare neppure una scheggia, un frammento minimo di quello che è. Che è stato. Di quello che sta accadendo nelle nostre vite  - scrive Raffaella Regoli nella sua introduzione - Una perenne emergenza Covid, partita in ritardo e che ci ha spogliato lentamente di diritti che credevamo acquisiti. Complice l’indifferenza di una maggioranza silenziosa, e l’urlo solitario di una minoranza guardata con disprezzo. L’introduzione del green pass, del passaporto verde per andare a lavorare; l’obbligo vaccinale prima per i sanitari, poi, a dicembre 2021, per i dipendenti pubblici, gli insegnanti e le forze dell’ordine; infine, il 15 febbraio scorso, obbligo esteso a un’intera categoria di persone, i cosiddetti over 50. E quindi anche a me. Pass digitali, obblighi sanitari, divieti, sospensioni, abusi di potere che hanno messo in ginocchio l’economia italiana e che stanno ridisegnando recinti invisibili e discriminazioni visibili.

Sospesa è il racconto, vissuto sulla mia pelle, di questa Apartheid del nuovo millennio'.

'A colpi di DPCM, di Decreti del Presidente del Consiglio, attraverso un’informazione spesso assente e compiacente, è stata cambiata l’etica di questo Paese. Quella che si sta imponendo è una narrazione omologata e pericolosa, che divide l’opinione pubblica tra buoni e cattivi, tra cittadini di serie A e di serie B. Tra chi viene premiato, per aver accettato una terapia indicata come unica strada di salvezza, e chi viene punito per aver disobbedito a questo diktat. Diktat imposto negli ultimi tempi, senza ragioni sanitarie, ma prettamente politiche - continua nel suo libro -. Nelle liste di proscrizione ci siamo finiti tutti noi che abbiamo deciso di non piegarci all’obbligo vaccinale. Sarebbe più corretto dire “obbligo terapeutico di massa”, perché abbiamo rivendicato la libertà di scelta di cura, sancita dalla nostra Costituzione. Questo viaggio lo facciamo insieme. Partenza 7 gennaio 2022, arrivo 1° aprile; sarà il nostro giro in 90 giorni, in un percorso Kafkiano dentro le nostre vite'.

'E poi, quando pensavamo di aver visto tutto, di aver subito tutto, divieti, segregazioni, privazioni, il 24 febbraio è arrivata la guerra. Quella mattina ci siamo svegliati in un altro mondo. In un altro secolo. E con la guerra, è arrivata una narrazione, figlia delle stesse modalità della pandemia e della vaccinazione di massa. Un pensiero unico accreditato e dominante, dettato dai governi occidentali e dalla NATO; e chi ha provato anche solo a porre domande, o a sostenere un pensiero diverso, è stato bollato come amico di Putin. E quindi in qualche modo, corresponsabile dei massacri. Quindi il “Nemico”. Con la guerra, il Covid è sparito, magicamente, dalle nostre vite. E la proposizione dei media, a getto continuo, di storie struggenti di dolore e morte, ha preparato l’opinione pubblica a una corsa pericolosa verso il riarmo. A scapito della pace. Questo diario, attraverso il filo dei ricordi e la voce diretta, senza filtri, dei personaggi incontrati in questi mesi, vuole essere testimonianza e allo stesso tempo memoria di una nuova Resistenza. La Resistenza del Libero Pensiero. Perché un domani qualcuno, voltandosi indietro, non possa dire: «Ma dove eravate voi, mentre accadeva tutto questo?»'.

Dolcemente testarda
'Quando si convince di una cosa, Raffaella diventa testarda. Se potessi fare in modo che non mi leggesse, aggiungerei: per fortuna è testarda. In effetti i giornalisti di razza (si può ancora dire razza?) devono essere testardi per contratto. O, meglio, per Dna. Altrimenti che giornalisti sono? Se si convincono di avere per le mani un pezzo di realtà, una storia da raccontare, una bugia da svelare, che giornalisti sarebbero se si fermassero al primo no di un direttore distratto o un po’ ottuso? - scrive Giordano nella prefazione -. Ho litigato con lei tante volte, e tante volte conto ancora di litigare, se il buon Dio (in cui io credo) ce ne darà l’occasione. Ma spero di non essere mai stato distratto né ottuso. Lei, invece, è sempre stata dolcemente testarda'.

Redazione Pressa
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