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Mentre in Italia si sospendono i medici che decidono di non vaccinarsi e mentre il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini afferma che per lui i medici che non vogliono vaccinarsi dovrebbero cambiare mestiere, si palese nel nostro Paese anche la figura del medico che teorizza in modo plateale e aperto che egli curerà solo i pazienti vaccinati.
Si tratta del chirurgo ortopedico Pietro Bica di Palermo.
'L'attuale situazione epidemiologica mi ha convinto a non accettare più pazienti non vaccinati a partire dal primo settembre - ha scritto due settimane fa sui social -. Lo devo innanzitutto ai vaccinati per garantire loro la massima sicurezza, alla mia famiglia, agli amici che frequento (solo se vaccinati) e a me stesso.
Non è certamente paura della malattia (tra vaccinati è diventata una normale influenza), ma non posso permettermi uno stop lavorativo a causa della prevista quarantena in caso di contagio, cosa che ovviamente sta a cuore anche a chi viene a farsi visitare presso il mio studio. Spero che altri colleghi si comportino allo stesso modo'.
Una tesi oggi ripresa anche da La Repubblica che intervista tale 'medico', il quale insiste. 'Io lavoro anche in ospedale e ovviamente se arriva un paziente in ospedale presterò la mia opera che sia vaccinato o meno. Ma come sappiamo tutti, per l'accesso anche solo al pronto soccorso, viene fatto un tampone e le misure di sicurezza sono molto rigide. Ma al mio studio la cosa è diversa, mi sento libero di far entrare chi mi dà garanzia di sicurezza. E non credo affatto che questo sia un atteggiamento discriminatorio - afferma Bica -.
Una paziente che ho operato in piena epidemia per una frattura alla clavicola, no-vax convinta, mi ha chiamato per dirmi: 'E a me chi me la toglie la placca?'. E io le ho risposto: 'Si vaccini e poi ne parliamo'. Lo farò sul serio, la mia è ben più di una provocazione. E spero lo facciano molti miei colleghi. Intanto posso dirle che molti altri professionisti, che operano in altri settori, hanno preso analoghe decisioni'.
Insomma, un medico teorizza che sceglie chi curare in base alle sue idee, invita pure i colleghi a fare altrettanto e nessuno alza la voce per mettere in dubbio tale folle deriva. Immaginiamo se un medico iniziasse a scegliere se curare o meno un paziente in base alle sue convinzioni religiose, al suo orientamento sessuale, alle sue abitudini alimentari... Andrebbe bene? Ma ormai nel Paese al contrario vale tutto.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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