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La grande e strategica aggressione al virus Covid 19 annunciata dalla Regione Emilia-Romagna attraverso l'utilizzo dei test sierologici per individuare e circoscrivere i casi di contagio degli operatori sociosanitari (che da settimane vivono nell'incertezza e nel timore di contagiare e di essere contagiati soprattutto nelle case protette per anziani dove si registrano numerosi focolai), è iniziata oggi, come promesso, ma limitatamente ad un centinaio di test in tutta l'Emilia-Romagna
Lo ha confermato, nella consueta diretta FB (che oggi ha registrato un crollo degli utenti collegati), il commissario ad acta all'emergenza per la Regione Emilia-Romagna Sergio Venturi. Senza però specificare dove questi test sono stati fatti, quanti ne saranno fatti, dove e con quale piano di copertura.
'Procederemo nei prossimi giorni, vi terremo aggiornati sugli sviluppi e sui dati ma per adesso vi chiedo di portare ancora pazienza' - dice Venturi guardando fissa la microcamera che lo 'spara' ogni sera sulla pagina FB della Regione.
Pazienza, si, quella che gli operatori delle case protette portano da mesi, in piena emergenza, centellinando mascherine, guanti, e spinti ad andare a lavorare anche dopo essere entrati in contato con personale positive, con il timore di contagiarsi ma soprattutto di contagiare, sul posto di lavoro e a casa, i propri assistiti da un lato ed i propri familiari dall'alto. Insomma, comunque andrà tempi lunghi. Perché anche una settimana in più, nel dubbio, suona come immenso.
Un rischio che fino ad ora c'è stato perché di tamponi e di test, su di loro, nonostante lo stretto contatto con i soggetti più deboli, non ne sono stati fatti, in generale. In alcuni casi nessun tampone anche a personale entrato in contatto con operatori risultati positivi e classificati dagli organismi sanitari come quelli a rischio contagio. Per sé e per gli altri.
Un rischio che indirettamente Venturi stesso conferma esserci stato fino ad ora, nel momento in cui cita la funzione dei test sierologici (che si distinguono dai tamponi perché vengono effettuati sul sangue e ripetuti due volte sia in caso di positività che di negatività prima di procedere o meno al tampone) come elemento di sicurezza per gli operatori, per i contesti in cui lavorano e per le famiglie alle quali tornano dopo il turno di lavoro. Come ad ammettere indirettamente che fino ad ora, rispetto alla prevenzione e al controllo di quel rischio di contagi e di focolai, poco, per non dire nulla, si è fatto.
Insomma il tema dei tamponi, ed ora dei test sierologici che li anticipano, si conferma come un argomento apparentemente scomodo anche per il commissario ormai abituato a barcamenarsi ogni sera tra numeri di contagiati, morti, guariti, ricoverati. Provincia per provincia. A volte anche con focus provinciali. Piacenza, Rimini, Parma, ieri Reggio Emilia, ma che anche, oggi però, hanno saltato Modena, nonostante i dati, sul nostro territorio dove pare essere esplosa la bomba annunciata delle case protette (sarebbero tre i focolai anche in tre strutture della città), registrano i numeri peggiori di sempre. Con 18 morti e 119 contagi in più nelle ultime 24 ore.
'Dati, quelli sui contagi, che a livello regionale potrebbero peggiorare ed aumentare nei prossimi giorni proprio in parallelo all'aumento dei tamponi' - afferma Venturi. Sono 3500 quelli effettuati nell'ultimo giorno. Più tamponi, più contagiati reali, certificati. Oggi più di 500 di quei 3500. 'Dati troppo variabili' - afferma Venturi - 'al punto che non mi piace dare i dati dei tamponi. Mi piace più dare quelli delle terapie intensive, dei guariti, che anche oggi superano i decessi. Abbiamo deciso che aggiorneremo sui tamponi una volta la settimana'. Così sia
Gi.Ga.