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'Ho visto operatori volontari della Croce Rossa, a Bergamo e Codogno, perdere i loro familiari, senza avere potuto dare loro l'ultimo saluto, che continuano a lavorare per soccorrere e sostenere altre persone. Perché in un dramma come questo, dove i contatti, anche fisici, sono recisi, e non c'è l'occasione nemmeno per un abbraccio di conforto al lutto e alla perdita, la condivisione dell'aiuto agli altri, nel gruppo di colleghi, aiuta a compensare l'assenza di un abbraccio. E' forse questo, oggi, che manca di più: un abbraccio nei momenti più difficili'.
Francesco Rocca, Presidente Nazionale della Croce Rossa Italia, racconta anche con questo esempio, vissuto in queste ore nelle terre dove il virus ha spazzato via una intera generazione, l'emergenza vissuta dalle comunità, e dai volontari di Croce Rossa. Una esperienza forte, paragonabile a quella di una guerra, che accomuna tutte le realtà colpite duramente, come l'Emilia-Romagna e Modena.
Dove il Presidente è arrivato per fare visita agli operatori attivi H24 nella sede di via Attiraglio e portare ad ognuno di loro, con la sua presenza, la vicinanza dei vertici dell'organizzazione.
Una visita all'interno della sede dove ogni giorno operano una ventina di volontari e dove partono senza interruzione le ambulanze coordinate dalla centrale operativa unica del 118, e poi la possibilità di una breve intervista con noi che qui proponiamo. E dalla quale emerge il secondo aspetto dell'emergenza. Una sorta di fase due, una seconda linea. Nella quale la Croce Rossa è direttamente impegnata. Quella che va oltre all'emergenza sanitaria, e si allarga a quella sociale. Legata alle persone sole ed in difficoltà economica, ma non solo. A tutte le fasce deboli della popolazione verso le quali sono state attivati servizi specifici di aiuto: dalla consegna di cibi e farmaci a quella di beni di prima necessità.
'Ci sono molte aree del paese dove le persone già non hanno i soldi per mangiare. Vanno a fare la spesa, prendono alcuni beni di prima necessità, li portano in cassa e dicono di non poterli pagare e di non sapere più come fare. E questa rappresenta, come in una guerra, una emergenza nell'emergenza su cui la Croce Rossa, per sua natura, è impegnata. Perchè, dobbiamo dirlo, dobbiamo fare di tutto per non morire di virus, ma dobbiamo anche fare di tutto per non morire di fame'
L'intervista al Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca