Sono passati 21 anni. Era il 14 febbraio 2004 quando nella stanza D5 del residence Le Rose di Rimini moriva Marco Pantani. Un letto disfatto, una camera a soqquadro, Pantani giaceva nel soppalco in posizione prona, senza vita.
E come ogni anno il pensiero torna alle scalate, alle bandane strappate, ai sorrisi e ai tanti infortuni del più grande scalatore italiano di sempre. Molto più di un ciclista, un uomo divenuto simbolo della volontà di non arrendersi, di sfidare infortuni e sfortuna. Fino al colpo dal quale non è più riuscito ad alzarsi.
Una provetta alterata a Madonna di Campiglio, l'ematocrito fatto sballare ad arte di 4 punti percentuali. Una vita distrutta. Con ogni probabilità fu la camorra a 'fregare' Pantani, per usare le sue parole. Avevano puntato sulla sua sconfitta.
Da quel 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio Pantani non si rialzò più. Ci provò ma ormai tutto era perduto. 'Oggi mi sveglio con una sorpresa, credo che c'è qualcosa di strano e devo dire che ripartire questa volta... Questa volta abbiamo toccato il fondo'.
E come ogni 14 febbraio resta la rabbia e la commozione per la distruzione di un supereroe che evidentemente l'Italia non meritava.
Una stanza d'albergo ed un letto disfatto: 21 anni senza Marco Pantani

Come ogni 14 febbraio resta la rabbia e la commozione per la distruzione di un supereroe che evidentemente l'Italia non meritava
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