Da quel momento, dopo la rimozione degli impianti il percorso che, per dichiarazione del Comune, doveva portare alla bonifica e alle rimozione dei rifiuti, sembra essersi interrotto. Ed il sito ex industriale si presenta oggi in condizioni di degrado e di abbandono disastrose. Con edifici pericolanti, parzialmente demoliti e con cumuli di inerti e rifiuti di ogni tipo, dai pannelli isolanti con lana di roccia e plastici sparsi ovunque, fino a rasentare la strada a causa del crollo, in diversi punti, delle barriere che ne delimitano il perimetro.
Dove questa mattina i rappresentanti del comitato Chiara Costetti, Cristina Martinelli e Massimo Neviani, hanno incontrato i giornalisti per lanciare un appello al nuovo sindaco: 'Accogliamo con grande favore la voglia di cambio di passo e anche di visione generale, rispetto all'amministrazione precedente, nella volontà di rigenerare la città e, soprattutto, sul fronte della partecipazione, che negli anni abbiamo sempre chiesto ma che non abbiamo praticamente mai ottenuto. 'Una partecipazione - auspica Chiara Costetti - che speriamo possa porre anche le condizioni per i privati per proposte al fine di recuperare anche questi luoghi che come tante altre, e a differenza delle 19 bocciate, non hanno ricevuto fino ad ora una proposta di rigenerazione, e ciò anche per la complessità degli interventi'.

E su questo punto il comitato pone una condizione su tutte: non riproporredegli insediamenti produttivi così come successo con il polo Conad, dove dopo la demolizione si procederà con l'insediamento di edifici con funzioni produttive ed industriali all'interno di aree che con il tempo sono diventate ad alta vocazione residenziale come qui dove ci troviamo e come, appunto. la Sacca'. 'Per anni . prosegue Chiara Costetti - abbiamo combattuto contro l'impatto ambientale enorme derivato da polveri, da rumori di emissioni di inquinanti dell'ex fonderie, derivanti da questo sito a pochi metri da un quartiere residenziale, e a fatica anziché una partecipazione abbiamo trovato solo difficoltà con il comune.
Nell'immediato, oltre al degrado e all'abbandono che porta questi edifici dismessi trasformarsi in rifugio per sbandati, senza fissa dimora e stranieri clandestini e irregolari, c'è un problema di impatto ambientale ed inquinamento. I cumuli di lana di roccia, e di rifiuti plastici di vario tipo, oltre a materiali inerti sono scoperti e soggetti alle intemperie, compreso il vento che solleva e trasporta polveri mentre, come detto, in molti tratti il perimetro dell'area non è più delimitato, aprendo all'esposizione diretta, senza alcuna barriera, a sostanze presumibilmente inquinate e rifiuti.
'Auspichiamo che la svolta impressa dal nuovo sindaco Mezzetti, ora anche per motivi di tempi, ancora limitata alle intenzioni e alle parole, si traduca in fatti concreti per un vero cambio di passo futuro.