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Asilo Nido Nonantola, pochi posti: genitori in crisi. Comune replica

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Enrico Piccinini, assessore alla istruzione e formazione, replica alla lettera di un lettore de La Pressa


Asilo Nido Nonantola, pochi posti: genitori in crisi. Comune replica
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Gentile La Pressa, sono Bisogno Domenico abito a Nonantola da 4 anni, sono sposato e ho un figlio di 16 mesi. È proprio in riferimento a mio figlio che vi scrivo.
Praticamente quest'anno ho presentato domanda per l'iscrizione al nido di mio figlio entro il termine stabilito.
Il 10 giugno è stata pubblicata la graduatoria degli ammessi. Su 55 domande presentate sono stati ammessi, pensate un po', '24 soli bimbi'.
L'asilo nido ha il compito di garantire la formazione e la socializzazione dei bambini e di sostenere le famiglie e i genitori nel loro ruolo educativo.
Ci tengo a sottolineare questi aspetti perché risultano di una importanza incommensurabile. Anche la regione Emilia Romagna ha sempre previsto con attenzione misure per andare incontro alle esigenze delle famiglie e del mondo del lavoro attraverso varie normative.
Ogni Comune dovrebbe offrire un servizio capace, non dico di accogliere tutti, che per varie ragioni può essere complesso ma almeno di garantire un servizio di educazione infantile adeguato al numero degli abitanti o dei bimbi che rientrano nella fascia di età interessata.
Trovo scandalosa e pregiudizievole questa decisione.
Io e mia moglie, come tanti altri genitori come noi, siamo impegnati nelle proprie attività lavorative e con una mancanza di supporto di questa entità non sappiamo proprio come immaginare il nostro futuro. Addirittura potremmo prendere in considerazione un eventuale licenziamento per accudire nostro figlio. Oltretutto ci troviamo in un territorio in cui non esistono strutture private in grado di offrire un'alternativa.
Da come si può immaginare, il malcontento e il disagio di questa decisione è stato espresso e condiviso anche da altri genitori del posto.


Ho contattato la referente degli asili nido del Comune e praticamente non mi ha dato una sola motivazione plausibile per questa decisione presa.
Ritengo che un cittadino non deve essere succube e vittima di una cattiva e negligente gestione amministrativa. Non è giusto che chi ha 'il potere', chi amministra, chi ci rappresenta invece di agevolare la vita dei propri concittadini, attanagliata da numerosi problemi, procura dei danni sia economici che sociali. È inammissibile.
Ci sono amministratori che se non vengono messi con le spalle al muro continuano a fare quello che vogliono approfittando dell'educazione e del livello di civiltà di una popolazione.
Cordiali saluti.
Domenico Bisogno

Alla luce di questa lettera abbiamo chiesto una replica all'amministrazione comunale. Ecco la risposta integrale a firma dell'assessore competente.

Gentile Direttore,
mi preme rispondere a quanto afferma nella sua lettera il sig. Bisogno in merito ai posti nido a Nonantola per il prossimo anno educativo. Tralascio quelle che eufemisticamente definirei opinioni personali del signor Bisogno sui pubblici amministratori, davvero poco rispettose sia delle persone sia delle funzioni che questi ricoprono: pensi di noi ciò che vuole, ma sappia che tutto ciò che abbiamo fatto fino ad oggi ci permette e ci permetterà sempre di camminare a testa alta. Ci auguriamo che anche altri possano fare lo stesso.
Entrando nel merito della questione, la rappresentazione che dà il signor Bisogno è quantomeno parziale e totalmente pro domo sua, senza alcuna conoscenza tanto del contesto quanto delle possibilità e degli obblighi di una amministrazione comunale.
A Nonantola esistono due strutture adibite a Nido d’infanzia, il don Beccari con una capienza autorizzata di 35 posti e il Piccolo Principe con una capienza di 56 posti, incrementabili in via ordinaria secondo normativa regionale del 15%. Significa avere una capacità di accoglienza fra 90 e 100 posti, ulteriormente estendibili in caso emergenziale per le ampie metrature degli edifici.
Il numero di posti realmente disponibili è però inferiore ed è definito dal personale educativo e dai costi di gestione. La normativa prescrive il rapporto numerico fra bambini ed educatori in funzione dell’età dei bambini, che per l’organizzazione in essere a Nonantola è pari ad un educatore ogni 7 bambini. Questo significa che un pensionamento o una nuova assunzione spostano il numero dei bambini accolti di almeno 7 unità, non di una o due.
Il secondo vincolo è rappresentato dal costo di esercizio, che mediamente è stimabile fra i 900 e i 1000 euro al mese per bambino. La copertura dei costi da parte delle famiglie è pari al 40%, cioè circa 600 euro al mese e per bambino sono presi dalla fiscalità generale, cioè dalle tasse che tutti i cittadini – compresi quelli che non hanno figli o che li hanno già grandi – pagano. Noi siamo orgogliosi di contribuire alla crescita dei bambini e rivendichiamo questa ripartizione solidaristica delle spese come una conquista di civiltà. Tuttavia il nido non è scuola dell’obbligo, che come tale deve essere ad accesso universale e gratuito, ma un servizio a domanda individuale, di supporto alle famiglie con compartecipazione delle spese. Finché questo sarà il suo status, è nostro dovere di amministratori agire con la massima oculatezza nel gestire il bilancio pubblico e trovare il giusto compromesso fra le esigenze delle famiglie e la capacità di spesa del comune. Il punto di mediazione fra queste esigenze si situa fra i 77 e gli 84 posti disponibili. L’obiettivo posto dalla regione Emilia-Romagna è una copertura pari a un terzo delle nascite. Nel biennio 2019-2020, fonte DUP del Comune di Nonantola su dati anagrafe, si sono verificate 231 nascite. Prendendo questo valore a riferimento l’obiettivo regionale richiede 77 posti nido sul biennio, cioè un valore perfettamente in linea sia con la capacità ricettiva teorica sia con quella compatibile con il bilancio.

Purtroppo il numero di posti disponibili per l’anno educativo 2021-2022 sarà limitato a 70 bambini, pari a circa il 30% delle nascite in luogo del 33%. Questa situazione è figlia della somma di circostanze particolari.
Il plesso don Beccari non sarà utilizzabile per tutto il prossimo anno educativo in quanto interessato da lavori di adeguamento sismico. L’avvio del cantiere era stato previsto nel settembre 2020 a seguito del trasferimento di tutti i bambini al Piccolo Principe, ma l’eccezionale stato di emergenza sanitaria ne ha determinato lo slittamento di un anno in modo da avere a disposizione maggiori spazi.
A questi lavori si sono poi aggiunti quelli per il ripristino dei danni causati dall’alluvione del 6 dicembre. Nel 2019 questo plesso ospitava 35 bambini e nel 2020, finché è stato agibile, 28, poi trasferiti nel giro di una settimana al Piccolo Principe.
L’organizzazione dell’anno educativo 2020/21 è stata letteralmente stravolta dalla pandemia, con la creazione di 5 bolle educative indipendenti ospitanti 77 bambini in tutto. Gli spazi del Piccolo Principe sono stati pensati e progettati per 3 sezioni, non per 5, e la convivenza forzata ha messo in luce i limiti di questa soluzione. Limiti più volte evidenziati dalle famiglie e dal personale educativo, che, nonostante tutto, ha sopportato il disagio e ha condotto al termine l’anno educativo. Questa situazione eccezionale legata al post alluvione non è sostenibile per il nuovo anno ed è stata ripensata in modo funzionale da chi vive e opera quotidianamente con i bambini.
La pandemia da Covid-19 non è ancora finita, le regole di organizzazione degli spazi sono ancora vigenti e tutto lascia intendere che lo saranno ancora a settembre. Queste regole impongono un distanziamento predefinito fra le culle e le brandine nei dormitori, la cui capienza risulta ridotta rispetto alle condizioni standard.

Data questa situazione, con una struttura di meno e i vincoli imposti per il contenimento della diffusione del Covid-19 la massima capacità reale si riduce – per un solo anno educativo – a 70 posti. Di questi, 37 (e non 24) sono riservati a nuovi iscritti, fra servizio a tempo pieno e servizio part-time. Il numero di domande part-time accolte, superiore alla media del passato, è legato al numero massimo di bambini che possono essere gestiti nei dormitori in relazione al personale educativo contrattualizzato. Come tutti gli anni, questi posti sono assegnati tramite una graduatoria che deriva da un bando valido allo stesso modo per tutti, in modo trasparente, con criteri approvati da un atto del consiglio comunale nel pieno rispetto di tutte le normative e funzionali all’individuazione del massimo bisogno.

Nonostante il consistente calo della natalità, il numero di domande di accesso al servizio nido è cresciuto rispetto al biennio precedente e la contemporanea riduzione degli spazi disponibili (non a causa di una deliberata scelta dell’amministrazione, bensì di situazioni oggettive di criticità) ha comportato un allungamento delle liste di attesa. Questa amministrazione non fa e non promette miracoli, perché sarebbe solo un modo per illudere la gente. Né si costruiscono nuovi nidi con bacchetta magica e sfera di cristallo e chi propone soluzioni estemporanee purtroppo non conosce quanto sia complesso e delicato il mondo dei nidi d’infanzia. La piena ed immediata corrispondenza fra domanda e offerta è un obiettivo difficilmente perseguibile, a meno di non accettare rette di frequenza insostenibili per la maggioranza degli utenti o di scaricare enormi costi sull’intera collettività. Talvolta vi si riesce in corso d’anno, scorrendo le graduatorie a seguito di ritiri, altre volte no e si possono prendere in considerazione forme di sostegno alternative. E questa non è la situazione solo di Nonantola, ma di tutti i comuni in generale, come ogni amministratore pubblico può confermare.

Non sta a me giudicare se questo è o non è un esempio di cattiva e negligente gestione amministrativa. Ciò però non mi preclude la difesa dell’operato dell’ufficio scuola, del coordinamento pedagogico e di tutto il personale educativo che ha lavorato con scrupolo e attenzione nel costruire la migliore proposta per il prossimo anno educativo, ai quali va invece un sentito ringraziamento. Nessuno di noi si è sottratto ai propri doveri, nessuno di noi ha mancato nella programmazione, nessuno di noi procura dei danni sia economici che sociali; né il Sindaco, né io come assessore con delega su questo servizio, né tutti gli altri assessori o consiglieri comunali approfittiamo dell’educazione e del livello di civiltà di una popolazione. Noi rispettiamo la popolazione e per noi i cittadini sono tutti uguali, a prescindere dal titolo di studio o dal reddito. Amministrare significa prendere delle decisioni che talvolta scontentano qualcuno. Le nostre antepongono sempre il bene della collettività a qualunque vantaggio personale.
Cordiali saluti.

Ing. Enrico Piccinini - Assessore a Istruzione e Formazione, Bilancio, Patrimonio e Città Digitale Comune di Nonantola

Redazione Pressa
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