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Si faceva rifornire di salumi, formaggi, vini pregiati ed altri generi alimentari per poi rendersi irreperibile nel momento in cui i fornitori chiedevano il pagamento delle fatture. Probabilmente erano già numerosi i colpi messi a segno da un 59enne italiano, residente in provincia di Piacenza, ora arrestato dagl agenti del commissariato di Polizia di Carpi. L'uomo, si è reso responsabile, in concorso con altri soggetti nei confronti dei quali sono in corso accertamenti, di una truffa ai danni di un grossista di alimenti caseari di Carpi.
Lo scorso mese di luglio, il commerciante aveva ricevuto dal 59enne la richiesta di fornitura di un copioso numero di forme di formaggio.
Al fine di rendere verosimile la compravendita, il malvivente aveva concordato la consegna della merce nelle immediate vicinanze di punti vendita di una nota catena di negozi della grande distribuzione, ubicati nella pedemontana reggiana.
Onde evitare di destare sospetto, la merce veniva ritirate nelle prime ore del mattino, da due soggetti, nei confronti dei quali sono in corso ulteriori accertamenti, quando il negozio era chiuso.
La merce veniva posta all’interno di alcuni carrelli della spesa assicurando che appena fosse giunto il proprietario del punto vendita la merce sarebbe stata dislocata negli appositi scaffali o immagazzinata.
Dopo alcune consegne, quando l’importo degli ordini aveva superato gli 8.000 euro, il carpigiano aveva intimato all’acquirente telefonicamente il saldo delle fatture che erano state trasmesse col sistema di fatturazione digitale; il truffatore si era reso irreperibile.
Accertamenti esperiti presso la sede indicata nelle fatture, in Val di Taro (PR), ha permesso di appurare che la ditta era già stata utilizzata dall’indagato per porre in essere altra attività delittuosa del medesimo tipo e che erano già state sporte denunce per furto di identità commerciale.
L’analisi delle informazioni indicate dal commerciante truffato in sede di denuncia, comparate con gli elementi di carattere documentale acquisiti successivamente dagli investigatori del Commissariato, nonché l’incrocio dei dati acquisiti tramite la banca dati interforze ha permesso di dimostrare che l’effettivo utilizzatore dell’utenza telefonica con la quale veniva ordinata la merce e concordata la consegna era appunto il 59enne piacentino.