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Pedemontana Castelvetro, quinta rotonda e chiusura via Cristo

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Eravamo rimasti a 4 rotonde, è spuntata la quinta su via Gualinga: adesso possiamo affermare il progetto a rotonde a raso è concluso


Pedemontana Castelvetro, quinta rotonda e chiusura via Cristo
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Presso la Provincia di Modena è stato depositato l’atto conclusivo di un parto durato 60 anni, l’ultimo stralcio della Pedemontana 569/467 definito dall’ex assessore alle Infrastrutture della Regione Emilia Romagna, Raffaele Donini, ora alla Sanità: importante by pass veloce di collegamento tra il casello Valsamoggia e il polo ceramico di Sassuolo.
Eravamo rimasti a 4 rotonde (qui l'articolo), è spuntata la quinta su via Gualinga: adesso possiamo affermare il progetto a rotonde a raso è concluso. Per questo ultimo pezzo di 4,5 km sono occorsi per ora 21 anni, il penultimo è in fase di realizzazione, ci vorrà forse ancora un anno, poi l’ultimo, l’attuale, che resta una incognita nei tempi realizzativi, forse 2025.



Per il tratto Valsamoggia - Vignola, di 11,5 km, tutto sovrappassi, sono occorsi 2 anni, solo per fare un confronto.


Abbiamo visto che si è inserita una quinta rotonda, quindi avremo in totale in 4,5 km 5 rotonde, e ricordo a tutti che tale strada provinciale è catalogata C, quindi fruibile dagli utenti deboli, biciclette, pedoni, motocicli o altro, ma dato che l’impostazione primaria è il collegamento per il traffico Est-Ovest, come citato dal Prit della RER 2025, in cui transita il 70% delle merci del polo ceramico, basta vedere il polo dell’atomizzato di Solignano, significa che si è deciso di mettere in stretto contatto su un asse prevalentemente industriale, utenti deboli e utenti “forti” nonostante la incidentalità nota nella provincia e in questo distretto proprio a carico degli utenti deboli e tutte le norme e direttive uscite dalla UE proprio in merito alla sicurezza stradale (d.lgs 35/2011).

Ricordo che da Valsamoggia a Castelvetro non si trova una rotonda, da via Montanara a Sassuolo non si trova una rotonda, quindi tutte e 5 le rotonde sono localizzate a Castelvetro, in pratica l’asse progettato e realizzato per una funzione prevalentemente industriale, e quindi con le sue regole, soprattutto a tutela degli utenti deboli, nel territorio di Castelvetro svolge una funzione “naturalistica di minor impatto ambientale”, almeno così era scritto nelle motivazioni che cambiarono il progetto del Cavalcavia su via Belvedere, sia del Comune che della Regione nel 2015, e questo appare incomprensibile. Basta solo confrontare il proseguimento della Pedemontana in territorio Bolognese verso Casalecchio per comprendere che le rotonde sono assenti ma il traffico si svolge con assi a 2 o 4 corsie senza utenti deboli, ai quali è stata destinata la possibilità di non venire mai a contatto con mezzi pesanti.


La rotonda di via Gualinga

Oltre alle storture evidenziate sopra, la Pedemontana si va ad agganciare ai 400 metri della stessa realizzati tra il 2010 e il 2011 e fermatisi allora dinnanzi alla ditta Suincom, rimasti per 10 anni inutilmente senza un veicolo, dopo la chiusura dei 600 metri di via Grillenzone, realizzata nel 2009 come primo asse Pedemontana, chiusa dopo 2 anni e lasciata come scheletro al sole.



Ora la strada si aggancia a questi 400 metri passando raso alla ditta citata (distanza di rispetto?), ma con la progettualità di un muro che chiude la viabilità della stessa, isolando quindi alcune realtà produttive e costringendole ad attraversare sempre la zona residenziale della Cipellina anche con mezzi pesanti, ma vista la configurazione della strada questa viabilità non pare essere attuabile.

La chiusura di via Cristo, ventilata negli anni passati, ora diventa realtà, nonostante non sia stato realizzato il piano particolareggiato del 2007 Suincom, scaduto nel 2017, con aiuole, pista ciclabile, attraversamento pedonale, lampioni, alberi, parcheggio etcc. Per chi avesse voglia di passarci in auto o a piedi si rende conto della situazione tutti i giorni e a nulla sono valse le grida dei cittadini e pure dei consiglieri comunali dal 2014 al 2019.
Il fatto poi che la Provincia scriva nel progetto: “sottopasso ciclo-pedonale di ricucitura” senza che vi sia una ciclabile prima e dopo il sottopasso ma solo un parcheggio di camion frigo spesso in manovra, lascia sbigottiti e perplessi.

L’anomalia dell’attraversamento di Castelvetro con la 569/467 è evidente a tutti sia nella sua realizzazione, 25 a 30 anni per 4,5 km, sia per le modalità, 5 rotonde per un asse di supporto alla industria ceramica, e la fruibilità per utenti deboli, sia per le rotonde che vanno ad intersecare strade F (extraurbane secondarie di 3,70 metri), sia per i sinistri dovuti spesso al fatto che è stato realizzato con i ritardi ormai noti “l’imbuto” Solignano, Cà di Sola.

La “secazione” che effettua la 569/467 sull’ultimo tratto, con la chiusura di via Cristo, un sottopasso definito ciclabile senza pista ciclabile, le rotonde realizzate senza la pista ciclabile a lato in tutte e 5, la presenza di qualche sottopasso agricolo e nulla più, di fatto evidenziano tutti gli aspetti negativi di una rotonda, a differenza di quanto realizzato dal sindaco di Valsamoggia nell’atto prodromico al progetto, prima della realizzazione del tratto di 12 km, nel quale si evidenziava proprio questo aspetto, utilizzare la secazione al fine di realizzare il vantaggio del non mettere mai in contatto utenti deboli con mezzi pesanti tramite multipli di sottopassi o ponti. Due diversi punti di vista ma che sono fondamentali per il territorio, la vivibilità e la sicurezza stradale dello stesso, e che rendono molto bene i due diversi pensieri progettuali sullo stesso asse, questo il paradosso.

Saranno anni certamente ancora duri prima di vedere l’ultimazione, che Regione e Provincia invece definiscono ottimale, duri per la viabilità di Cà di sola, Solignano Settecani, Castelnuovo stesso, e pare, ma potrei sbagliarmi, che i vantaggi di un asse di questa importanza con questo sistema progettuale possano essere vanificati a scapito degli svantaggi, che potrebbero emergere dalla diversa progettualità utilizzata rispetto all’intero asse.

Roberto Monfredini - Direttivo nazionale di Medicina Democratica, Comitato Scientifico di Isde

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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