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Case popolari, Bonaccini cancella criterio di residenzialità storica. E' polemica

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Il sindaco di Ferrara: 'I sindacati, alleati della segretaria nazionale del Pd, galvanizzati dall'idea di spostare l'ago della bilancia a favore degli immigrati appena sbarcati'


Case popolari, Bonaccini cancella criterio di residenzialità storica. E' polemica
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'La Regione sta per cancellare uno strumento di equità sociale, con un passo indietro nel diritto alla casa per chi da tempo vive e lavora nella propria città e il presidente Bonaccini non dice una parola. I casi sono due: o non è d'accordo e il provvedimento gli è stato imposto dalla sua ex vicepresidente, o nell'incertezza snervante sul terzo mandato ha ceduto alle pressioni di un sistema ideologico tipico degli apparati del suo partito che, di solito, non gli appartiene. Entrambe le ipotesi sembrano confermare però un solo dato: l'Emilia Romagna pare già caduta in mano ad Elly Schlein e ai suoi seguaci. E gli effetti si vedono'. Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, commenta la decisione della giunta regionale dell'Emilia Romagna di azzerare il punteggio relativo alla residenzialità storica nei regolamenti comunali per la formazione delle graduatorie per l'assegnazione delle case popolari.

'La Giunta regionale lavora ad un documento che legherà le mani ai sindaci su un tema delicatissimo e fortemente territoriale come è quello della casa popolare. Ogni territorio ha caratteristiche diverse e per questo, da sempre, i criteri e i punteggi di assegnazione della Casa Popolare sono nelle competenze dei sindaci - spiega Fabbri -. Ferrara, per esempio, grazie alle nostre decisioni in merito, vanta il 72% di italiani nei primi 100 posti della graduatoria per gli alloggi Acer e assegnatari anziani per il 50%'.
'Ad esultare per l'assurdo passo indietro, sono, invece, ovviamente, i sindacati, alleati stretti della segretaria nazionale del Pd, che galvanizzati dall'idea di spostare l'ago della bilancia a favore degli immigrati appena sbarcati, vagheggiano, addirittura, di togliere il requisito minimo dei tre anni di presenza in Emilia Romagna per l'accesso alle graduatorie - incalza Fabbri-.

Ci auguriamo, ovviamente, che questo non avvenga mai e ricordiamo al presidente Bonaccini che fu proprio lui, mentre io stesso ero alla guida del gruppo consiliare della Lega in Regione, a dare il via libera, su nostra sollecitazione, all'obbligo dei tre anni di residenza su territorio regionale come requisito minimo per l'accesso alle graduatorie per la casa popolare. Per questo stento a credere che questo enorme e sbagliatissimo passo indietro, che va a colpire anziani e cittadini bisognosi in un momento già difficile, sia farina del suo sacco. Andremo avanti nella battaglia contro questa scelta iniqua che rischia di danneggiare anziani e famiglie bisognose. Ma facciamo un appello al buonsenso: c'è ancora tempo per aggiustare il tiro'.

Ma la Regione sembra non volere far marcia indietro. 'Nessuna lezione da chi ha azzerato il Fondo nazionale per l’affitto e quello per la morosità incolpevole. Quello della casa è un problema in forte crescita, ma questo Governo brilla per la sua assenza'. Così l’assessore regionale alla Programmazione territoriale e politiche abitative Barbara Lori. 'A chi contesta la delibera regionale - spiega Lori - voglio dire che questa non comporterà nessun passo indietro nella garanzia dei diritti dei cittadini. Al contrario, l’obiettivo di questo provvedimento è proprio quello di introdurre regole uniformi per fare sì che il diritto alla casa sia davvero lo stesso su tutto il territorio regionale. Il requisito della residenza o dell’attività lavorativa da almeno tre anni in Emilia-Romagna resta come requisito di accesso, ma non potrà essere valutato due volte come fonte di punteggio aggiuntivo in graduatoria. E si aggiunge l’obbligo per i Comuni di attuare una ripartizione ponderata dei diversi indicatori (nuclei familiari numerosi, giovani coppie, fragilità economica, coabitazione, anzianità di permanenza nelle graduatorie) utilizzati nelle graduatorie, per evitare che localmente un requisito specifico possa avere un valore preponderante rispetto agli altri'.
'Due criteri ispirati a un principio di equità- sottolinea l’assessore Lori - per ovviare a disparità di trattamento a livello territoriale che non hanno ragione di essere. La Regione sta moltiplicando il proprio impegno per garantire un vero ed equo diritto alla casa in Emilia-Romagna. Anche con questa delibera, in cui prevediamo una serie di meccanismi a favore delle famiglie che si trovano a vivere una situazione di maggiore fragilità o delle donne vittime di violenza. E voglio qui ricordare che è di pochi mesi fa la decisione con cui abbiamo stanziato dal nostro bilancio ulteriori 9 milioni di euro a sostegno di quel Fondo per l’affitto che, insieme al Fondo per la morosità incolpevole, è stato azzerato da questo Governo. E a nulla sono valse le richieste di un ripristino che abbiamo rivolto all’Esecutivo, a fronte di un’emergenza casa che è sotto gli occhi di tutti. Il sindaco Fabbri e gli altri esponenti della Lega che criticano la Regione dovrebbero rivolgere ad altri le loro rimostranze'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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