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Emilia Romagna, Pd impedisce a Petropulacos di parlare in Commissione

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Sullo sfondo dello scontro fra Donini e Petropulacos c'è la situazione dei conti (in bilico) della sanità regionale


Emilia Romagna, Pd impedisce a Petropulacos di parlare in Commissione
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In commissione regionale, oltre all'assessore Raffaele Donini, c'era questa mattina anche la direttrice dell'assessorato Licia Petropulacos. E il centrodestra ha presentato una richiesta formale per ascoltarla, dopo le parole di Donini sul dissidio che si è aperto in assessorato con tanto dichiarazioni di fuoco ai media. Alla fine, si è andati ai voti e il centrosinistra ha 'stoppato' l'audizione. 'Credo sia opportuno ascoltare il direttore generale, ha tutto il diritto di replicare', aveva chiesto il leghista Daniele Marchetti dopo che anche Fratelli d'Italia si era espressa con un invito formale. 'Le richieste presentate sono diverse, siamo contrari alla richiesta di farlo istantaneamente', replica però la dem Manuela Rontini. Così dopo oltre tre ore di commissione Petropulacos non viene ascoltata.

La maggioranza di centrosinistra in Emilia-Romagna 'ha scelto di mettere il bavaglio alla dirigente generale Petropulacos.

Sono questi i metodi democratici e trasparenti della maggioranza che sostiene il governatore Stefano Bonaccini?' - attacca la Lega che con Matteo Rancan e Daniele Marchetti definisce quel voto 'vergognoso' per due ordini di ragioni: 'Dapprima nei confronti dei cittadini, cui viene negato il diritto a sapere quanto accade dentro al palazzo regionale, in secondo luogo nei confronti dei consiglieri delle forze di minoranza, cui è impedito il diritto-dovere di approfondire le tematiche della Sanità regionale'.
'Dalla Regione i cittadini si aspettano risposte, non di vedere assessore e direttrice generale della Sanità che si prendono per i capelli', ha attaccato il capogruppo Fdi Marco Lisei. Per il suo collega di partito, Michele Barcaiuolo 'la questione non può essere risolta a tarallucci e vino, la vicenda va al di là dello screening ai sanitari, c'è qualcosa d'altro sotto. Per Barcaiuolo l'intero sistema regionale 'sta implodendo'.

Ma parole dure arrivano anche dal capogruppo di Emilia-Romagna Coraggiosa Igor Taruffi: 'La politica deve dare risposte, non i tecnici. Chiedo all'amministrazione e all'assessore di risolvere rapidamente il conflitto, irresponsabilmente finito sui giornali. Lo spettacolo dato da qualcuno sui giornali non ha a che fare con la storia dell'Emilia-Romagna'.

Dal Sant'Orsola
Preoccupazione e angoscia per uno scontro ai vertici della sanità emiliano-romagnola che 'fa male a tutti' e che 'non fa onore a nessuno'. Così Chiara Gibertoni, direttrice generale del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, commenta lo scontro in atto ai piani alti della Regione tra l'assessore Raffaele Donini e la dirigente Licia Petropulacos. 'Sono molto preoccupata e devo dire che vado oltre: sono molto angosciata. Sono 24 mesi che il sistema sanitario regionale è in grande tensione e queste contrapposizioni non fanno bene a nessuno'. La numero uno del Sant'Orsola affonda poi il colpo nei confronti di Petropulacos. 'Mi auguro che tratti meglio gli altri due figli di come sta trattando quello che lei ha definito il suo terzo figlio', cioè il servizio sanitario pubblico, sferza Gibertoni. 'Che ci sia bisogno di trovare un compromesso tra una decisione tecnica e politica sono 24 mesi che lo facciamo quindi sinceramente questa presa di punta sullo screening degli operatori sanitari trovo che sia un pretesto assurdo per creare una situazione che fa male a tutti, all'Istituzione e ai cittadini che hanno diritto ad avere un governo della sanità che sia concentrato sui temi su cui veramente lavorare, cioè l'utilizzo del Pnrr, la situazione dei bilanci delle aziende, la ripartenza e le liste d'attesa. Non queste scaramucce, che non fanno onore a nessuno. E' come quando in un divorzio si mettono in mezzo i figli: non si può fare. Non rende onore alla carriera della dottoressa e neanche al nostro sistema sanitario'.
Gibertoni spiega di non aver parlato con Petropulacos in questi giorni e di aver letto della sua decisione di andare in pensione. 'Credo che comunque, al di là degli individui, oggi ci sia bisogno di concentrarsi sulle cose da fare nessuno è indispensabile e tutti siamo utili. Lavoriamo senza sgomitare, perchè non ce n'è alcun motivo e non fa bene a nessuno'. Sullo sfondo dello scontro fra Donini e Petropulacos c'è la situazione dei conti (in bilico) della sanità regionale. Quadro che preoccupa a sua volta anche la stessa Gibertoni. 'Il Policlinico Sant'Orsola nel 2021 ha sopportato, solo di costi Covid, un aumento di quasi 80 milioni di euro le dimensioni sono spaventose, l'impatto che ha avuto sui conti il Covid oggi lo tocchiamo con mano e siamo ancora in emergenza, quindi non ci possiamo dimenticare che questo significa un costo per il sistema sanitario. In più c'è da dire che il rincaro energetico vale otto milioni di euro solo per il Sant'Orsola'. Lo scenario dunque 'è questo e va affrontato in maniera istituzionale- sostiene Gibertoni- ma anche con i piedi per terra. E' impensabile che i costi sopportati in questi 24 mesi possano essere diluiti e scomparire nel giro di poco. C'è bisogno di un'azione proattiva da parte di tutti per sostenere il sistema sanitario universalistico e pubblico, se crediamo ancora che valga la pena averlo. Il sistema ha retto bene l'impatto della pandemia, ma oggi va sostenuto perché si sta esaurendo anche la sua capacità di resilienza', avverte la numero uno del Sant'Orsola.

Redazione Pressa
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