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Fonderie cooperative, al via l'iter per la delocalizzazione

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La delibera presentata oggi dall'Assessore all'urbanistica Anna Maria Vandelli. A giorni i lavori per la riduzione di odori ed inquinanti


Fonderie cooperative, al via l'iter per la delocalizzazione
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Prende il via l’iter per la delocalizzazione dello stabilimento industriale della società Fonderia Cooperative di Modena situata in via Zarlati 84, in zona Madonnina.

Nella seduta della Commissione consiliare Seta di oggi, martedì 19 dicembre, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha infatti presentato la delibera relativa al protocollo d’intesa tra il Comune e la società per l’individuazione della nuova sede, l’elaborazione del progetto di sviluppo e riorganizzazione produttiva e il trasferimento dell’attività entro gennaio 2022. Il provvedimento sarà sottoposto al Consiglio comunale in una delle prossime sedute.

“Il Piano operativo comunale di Modena ovest approvato nel 2014 – ha spiegato Vandelli –  prevede la delocalizzazione dell'attuale stabilimento industriale, per attivare la riqualificazione del Villaggio artigiano verso usi misti residenziale, direzionale (compresi piccoli laboratori) e commerciale. Un intervento che non potrebbe comunque essere attuato nell’attuale sede, visto il programma di lavori impegnativo per i tempi, non brevi, e dal punto di vista economico-finanziario.

La delocalizzazione è altresì volta a risolvere le criticità legate alle emissioni odorigene, oggetto di proteste dei residenti del quartiere Madonnina da diverso tempo. Sono comunque in corso anche investimenti dell’azienda per ridurre ulteriormente le emissioni inquinanti, attestati in valori ampiamente sotto i livelli previsti, e gli odori, per i quali ancora manca una disciplina”.

L’intesa definisce tempi e modalità della delocalizzazione precisando gli impegni della società Fonderie e del Comune. La prima entro 30 giorni dalla firma del protocollo presenterà uno studio di fattibilità tecnico-economica che individuerà le principali caratteristiche del nuovo stabilimento produttivo, in termini di dimensioni e parametri edilizi e urbanistici, di dotazioni infrastrutturali e territoriali necessarie, di tecnologie adottate nell’impianto di produzione nel nuovo sito, con particolare riferimento all’impatto ambientale, di investimento finanziario e di cronoprogramma.

Il Comune, con gli stessi tempi, costituirà un Tavolo tecnico permanente con la presenza di rappresentati di Amministrazione e società, dell’Agenzia regionale per la Protezione ambientale e dell’Asl.

Sulla base dello studio presentato dalla società, entro 30 giorni, il Comune verificherà le aree più idonee per il trasferimento dello stabilimento e una volta indicata l’area individuata, la Fonderia avrà 60 giorni per presentare la richiesta allo Sportello unico per le attività produttive per l’avvio della procedura di Accordo di programma, insieme alla domanda per l’attivazione della procedura di Valutazione di impatto ambientale per il progetto dell’impianto nel nuovo sito, che potrà incorporare, se necessario, la Variante al Piano urbanistico comunale. L’azienda avrà poi 60 giorni per l’avvio del cantiere dal rilascio del titolo edilizio al termine dell’iter di approvazione dell’Accordo di programma e del provvedimento positivo di Via e si impegna a dismettere le attività produttive in via Zarlati entro gennaio 2022, data di scadenza dell’attuale Autorizzazione integrata ambientale.

“Il nuovo impianto utilizzerà processi produttivi più avanzati e innovativi – ha proseguito Vandelli – con la conseguente necessità di aggiornare la forza lavoro con corsi di aggiornamento e con l’inserimento di nuove figure professionali. Per sostenere l’operazione la società avrà la necessità di attingere a fonti di finanziamento strutturali e di massimizzare la valorizzazione urbanistica dell’area di sedime dell’attuale stabilimento, anche attraverso il cambio di destinazione d’uso in residenziale e destinazioni compatibili, come previsto anche dal Poc (Piano operativo comunale) vigente. Si potrà inoltre valutare – ha aggiunto ancora l’assessora – la possibilità di incrementare l’indice edificatorio previsto, modificare altri parametri urbanistico-edilizi o introdurre altri incentivi, come ad esempio l’esonero o la riduzione dei contributi e oneri di costruzione in conformità a quanto prevede la disciplina regionale”.


Redazione Pressa
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