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Una premessa prima dei dati: il PD di Modena garantisce la trasparenza. Con la chiara ed evidente pubblicazione del bilancio consuntivo e di previsione e con lo scorporo e l'analisi delle singole voci. Cosa non scontata. Da qui la possibilità di vedere come gli effetti della crisi della politica, della rappresentanza politica e della crisi più in generale, possa avere influito, in termini economici, anche sul partito più forte e strutturato in Emilia Romagna ed in provincia di Modena.
Sono lontani, anzi lontanissimi, i tempi ed i numeri di quando la sede era in viale Fontanelli, che durò fino agli anni '90. Fino agli ultimi della segreteria che fu anche di Massimo Mezzetti. Per il PCI-PDS-DS-PD evitare il declino della rappresentanza politica è stato inevitabile.
Un declino che ha portato, ad un costante ridimensionamento di tutte le voci di spesa e di bilancio del partitone, andato in parallelo con la riduzione del numero delle sezioni territoriali e al ridimensionamento della sede della segreteria provinciale, passata prima in via Divisione Acqui e poi negli uffici del complesso del Modena 2. Un ridimensionamento che ha interessato anche il personale, che nel 2009 segnava 51 unità, per poi scendere alle 41 del 2013, alle 36 del 2014, alle 30 del 2015 e alle 25 del 2016. La metà rispetto, appunto, a 7 anni fa.
Un dimezzamento che riflette anche quello delle cifra generale di bilancio che nel 2013 era di 1.232.000 €, e negli anni successivi è gradualmente ma sensibilmente calata fino ad arrivare al 31/12/2016, ad una cifra pari a 675.958 €. Che a spanne fa la metà.
Una flessione che non si è registrata in questi termini nel tesseramento, voce importante nei conti del Coordinamento provinciale, capace di incidere per il 20% delle entrate complessive.
Gli iscritti al Pd nel 2017 sono stati 6.125 pari al 92,44% degli iscritti dell’anno scorso, con una diminuzione di 501 tesserati e la quota media della tessera di 31,80 €, molto simile a quella dello scorso anno (32,83 €)
Sul bilancio complessivo della segreteria pesano per il 22% i contributi degli eletti. Ovvero quella quota delle indennità (stipendio), che gli eletti nelle liste del partito (siano questi eletti nel parlamento italiano od europeo, e al consiglio regionale), sono tenuti a versare al partito stesso.
Ma la voce più consistente nelle entrate del partito è costituita, per il 50%, dagli incassi della Festa Provinciale dell'Unità che nel 2016 ha prodotto un utile di 358.000 €, inferiore di 59.000 € rispetto al 2015, in linea con il minore incasso complessivo, che è stato di 1.972.787, inferiore, rispetto al 2015, di 351.658 €. Una festa che per la prima volta quest'anno dovrà misurarsi con gli effetti della scissione interna dei Bersaniani e di quanto è confluito in Art 1- MDP dove militano tanti storici volontari delle Feste dell'Unità.