'Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Il Maestro lascia un’eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l’intensità del suo pensiero, capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa', si legge nella nota firmata dalla direttrice generale Carlotta Montebello.Si proietta al domani, infatti, Montebello: 'Non ho mai creduto alle fondazioni che celebrano un solo artista come unicum. L’artista è parte di un tessuto di cultura, il suo contributo attivo non può venire mai meno ed è per questo che ho concepito la mia Fondazione come un luogo attivo e vivo di elaborazione culturale, oltre che come centro di documentazione della mia opera, capace di fare proposte originali e non solo di conservare passivamente. Ma il meglio deve ancora venire: questo è stato solo un inizio e nelle mie intenzioni il progetto – rivolto ai giovani e al futuro – si deve radicare, fare della continuità un elemento ineludibile…'.
Lo scultore, noto per le sue sfere di bronzo, era nato il 23 giugno del 1926 a Montebello di Romagna. Era il fratello di Giorgio ‘Giò’ Pomodoro, anche lui scultore, scomparso nel 2002.'Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro l’Italia perde un protagonista indiscusso e riconoscibile della scultura contemporanea. Un artista che con la sua opera monumentale e riflessiva ha saputo attraversare decenni di storia mantenendo sempre viva la tensione tra materia e pensiero. Le sue ‘Sfere’ dischiuse e ferite ci parlano ancora oggi di fragilità e complessità dell’umano e del mondo.
Il sindaco
Anche il sindaco Massimo Mezzetti esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Arnaldo Pomodoro e sottolinea i tanti e importanti legami con Modena e non solo.'La scomparsa di Arnaldo Pomodoro ci rattrista, ci lascia un assoluto protagonista dell'arte contemporanea che ha avuto tanti e importantissimi legami con la nostra città, il territorio modenese e tutta l'Emilia-Romagna. L'opera che si trova al Famedio partigiano del cimitero di San Cataldo, dedicato alla Resistenza modenese e commissionato dal Comune assieme all'Anpi agli inizi degli anni settanta è la scultura che simboleggia ciò che sta alla base dell'identità di Modena che rinacque dopo la guerra. Un'opera di arte pubblica, potente e comunicativa, parte di una mappa che tocca anche Soliera dove presto inaugurerà la 'Lancia di luce' che prenderà il posto dell''Obelisco di Cleopatra' e tengo a ricordare per dare ancora più valore a politiche culturali lungimiranti. E ancora, tanti ricorderanno la perfezione della sua 'Sfera n° 1' che lo fece conoscere al mondo e fu esposta nel Palazzo dei Musei in occasione dell'edizione 2004 del Festivalfilosofia.
Letizia Rostagno