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Il Coronavirus ha ucciso Luis 'Lucho' Sepúlveda, Lucho significa 'Io lotto' in spagnolo. Non era 'solo' un grande scrittore, era un idealista, fino all'ultimo un combattente. Era sposato con la poetessa cilena Carmen Yánez, aveva molti figli e amici sparsi in tutto il mondo. Tra questi ultimi, un legame speciale coi Modena City Ramblers. Ecco un ricordo a ruota libera di Giovanni Rubbiani, tra i fondatori della formazione emiliana.
'Il legame con Lucho nasce agli inizi del 1997, Paolo Verri, ai tempi, direttore del Salone del libro di Torino ci presenta un gruppo di scrittori sudamericani, Paco Ignacio Taibo II, Daniel Chavarría e appunto Luis Sepúlveda . Con lui inizia un rapporto molto prolifico. Tante serate assieme, concerti in acustico, salotti letterari, festival. Il giorno che tutti ricordiamo con particolare piacere fu quando ci invitò a suonare a casa sua, a Gijón, per il suo cinquantesimo compleanno, nel 1999.
Per l'occasione organizzò una grossa festa. Invitò scrittori, fotografi, giornalisti, musicisti. Un'umanità varia. C'eravamo anche noi. Lì abbiamo conosciuto sua moglie, splendida, con un passato di lotta antifascista contro Pinochet. Una cosa davvero emozionante. Suonammo in un locale che aveva affittato per l'occasione. Sempre nel 1999, Lucho recitò un suo pezzo in Fuori campo, title track dell'omonimo album dei MCR. Una collaborazione passata agli annali.
La festa fu importante anche per lui, noi diamo per scontato che una persona possa arrivare a compiere 50 anni. Per lui non era così, aveva fatto del carcere duro, combattuto in prima linea tante battaglie, festeggiare il compleanno nella sua bella casa spagnola, con la sua famiglia, la musica dei Ramblers, con tanti compagni di lotta, di scrittura, a fianco, fu una circostanza piena di calore e molto sentita.
Una vita in prima linea trasformata in narrazione, in arte.
Un mix di guasconeria sudamericana e introspezione.
Con Sepúlveda è nato subito un feeling speciale, un rapporto molto schietto, anche con sua moglie. Tutto molto spontaneo. Luis era un grande affabulatore, stavi ore ad ascoltare i suoi aneddoti. Ti faceva sobbalzare dalla sedia.
Spero venga ricordato come si deve, un grande scrittore e una persona unica. In ogni caso rimarrà già la sua eredità letteraria. Magari, prima o poi, qualcuno organizzerà una suonata da qualche parte'.
Stefano Soranna
Stefano Soranna
Mi occupo di comunicazione e pubblicità da un po' di tempo. Su La Pressa scrivo di musica, libri e di altre cose che mi colpiscono quando sono in giro o che leggo da qualche parte. La..
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