Il rock progressivo torna a vivere per una notte a Fiorano Modenese. Al teatro Astoria, nella serata di oggi, martedì 3 giugno, si terrà il concerto di due band storiche di Fiorano, quali gli Eulgena Virdis e Quinta banda, che dalla seconda metà degli anni settanta alla prima metà degli anni ottanta, hanno composto musica propria, inserendosi a pieno nel filone del rock progressive. Motore dell’evento l’associazione di promozione sociale “Amici della Musica Nino Rota” che, dopo aver proposto nel corso dell’inverno, un ciclo di incontri su gruppi e dischi del rock progressivo italiano; chiude il cerchio con l’esibizione delle due storiche band fioranesi. L’occasione è ghiotta per fare una chiacchierata con gli ideatori dell’iniziativa Mirco Bondi
(nella foto), che si esibirà con i Quinta Banda, e Giancarlo Spaggiari degli Euglena Viridis.
Da dove nasce l’idea del concerto e qual è la storia dei due gruppi?Mirco Bondi (Quinta Banda): L’idea è nata in successione agli incontri tenuti da Giancarlo presso la sede della nostra associazione, a tema di progressive italiano. Da lì, a chiusura di un cerchio è venuta l’idea di fare un concerto sul progressive locale, che si faceva a Fiorano negli anni ’70.
Noi si era ragazzini, ascoltavamo di tutto e, nonostante fossimo molto giovani, alcuni avevano avuto esperienze musicali. Tutti ascoltavamo qualsiasi genere ma ci concentrammo sul jazz, per poi renderci conto che non avevamo le capacità, ragion per cui, unendo le capacità di ognuno riuscimmo a mettere insieme un qualcosa che suonava originale. Io per la mia esperienza partivo dalla musica classica di avanguardia, quella del ‘900, e avevo l’idea di tramutare in rock qualcosa che partisse per l’appunto da quel tipo di avanguardie.
Giancarlo Spaggiari (Euglena Viridis): Confermo che l’idea nasce dal ciclo di seminari dedicato
a gruppi noti e meno noti della scena progressive italiana degli anni ’70, tentando attraverso l’estetica di questi gruppi, di descrivere il fenomeno del progressive italiano sotto diversi aspetti, non solo musicali ma anche culturali e socio-politici che si sono intrecciati in quegli anni, distinguendolo dal progressive anglosassone. Per concludere questo ciclo abbiamo pensato di fare ascoltare quello che in termini originali è stato fatto anche sul nostro territorio dai nostri due gruppi, che componendo brani originali propri, hanno detto qualcosa di quell’epoca. Gli Euglena Viridis, sono nati a scuola, eravamo tutti nella stessa classe, io studiavo la chitarra e, nei fatti ci siamo messi insieme nel 1974 e da più di cinquant’anni facciamo musica assieme, cosa abbastanza comune per l’epoca.
Il progressive Rock è stato un fenomeno di massa nella prima metà degli anni 70. Quanto è attuale oggi? E’ possibile che possa esserci un revival del genere come è accaduto per altri in passato? E come potrò contaminarsi in futuro con la musica che verrà?Spaggiari: Vittorio Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso, diceva che il Progressive non è un genere ma è la capacità di contenerli tutti. Questa cosa mi trova d’accordo, ragion per cui se non è un genere potenzialmente non ha fine. Se è un atteggiamento musicale, aperto a tutte le possibili espressioni che esistono, il progressive esiste ancora oggi, anche se è una musica più di nicchia. Non saprei dire in quanti la pensano come me, la maggior parte delle persone crede che il progressive siano i Genesis, i King Crimson o i Jetro Tull e ascoltano questo, ma per me è una visione asfittica. Il progressive invita il musicista a percorrere continuamente delle strade, e per me è un atteggiamento senza tempo e senza spazio, non ancorata a canoni estetici.
Nei gruppi più giovani che fanno progressive in questi anni trovo cose di spessore, anche molto originali, e non è affatto vero che riproducono in modo manieristi ciò che c’era da cinquant’anni fa.
Bondi: per me il progressive non è più attuale, se per progressive si intende rispolverare le cose di allora e ripartire da lì. Se si vuole continuare quello che ha fatto il progressive di allora, bisogna non ripartire da là con le stesse cose e le stesse atmosfere, ma occorre capire dove sono arrivati all’epoca e poi trasformare quel punto di arrivo in un punto di partenza. Ci sono cose che nel frattempo però sono andate perse, occorre recuperare tutti gli anelli della catena e tutti i gradini persi.
Che cosa si troveranno davanti gli spettatori del Teatro Astoria martedì 3 giugno?Bondi: di fatto si troveranno la riproposta di quello che facevamo all’epoca, i brani sono stati riarrangiati ma le idee musicali sono quelle. Era quello che facevamo allora perché ci credevamo, e per noi la musica era quello. Chi faceva progressive aveva un’idea di musica totale, i nostri brani brani sono interamente strumentali, con atmosfere che prendevano spunto da testi e idee filosofiche.
Spaggiari: non si troveranno davanti sicuramente un concerto classico, ma un concerto documentario, documentando un epoca non solo suonando, ma anche attraverso la presentazione dei brani dei gruppi diciamo qualcosa di quell’epoca. Collochiamo quei brani, scritti tra il 1976 e il 1984 (per quello che riguarda gli Euglena Virdis) e cerchiamo di far comprendere l’approccio compositivo, sia dal punto di vista musicale, sia dal punto di vista dei contenuti testuali, con i messaggi che allora pensavamo di far passare. Quindi si va oltre alla forma canzone dell’epoca precedente ma anche di quello che passava la musica diciamo “tradizionale” in quello stesso periodo.
Quanti musicisti sono coinvolti?Spaggiari: Gli Euglena Virdis sono composti da cinque membri, che sono sempre gli stessi da quando siamo nati, io alla chitarra solista e al bozuki, Maurizio Frigieri alla chitarra ritmica, chitarra synth e alla voce, poi abbiamo Alberto Bellodi alla batteria, Marco Taglini al basso e Gigi Bondi alla Voce. Coinvolgeremo anche Alessandra Bonisoli che canterà sei brani, avremo anche la partecipazione di Mirco Bondi con noi. Ci saranno in diversi brani dei fiati quali Luigi Passantino al clarinetto, Paola Giberti all’Oboe e Benedetta Mazzacani al Flauto. In altri invece Oliviero Ciamaroni al sassofono, Federico Celli alla tromba e Pietro Innati al trombone.
Bondi: della Quinta Banda per varie ragioni sono l’unico musicista della prima formazione. Anche noi ci avvaliamo dei fiati di Oliviero Ciamaroni, Paola Giberti, Benedetta Mazzacani, Pietro Innati, Federico Celli; come chitarrista abbiamo Federico Fornaciari, al basso Marco Rossi e alla batteria Massimo Giuberti L’appuntamento è oggi per le ore 21 al teatro Astoria a Fiorano Modenese. L’ingresso è libero con possibilità di fare una donazione a discrezione dei partecipanti.
Stefano Bonacorsi