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Domani, giovedì 21 ottobre, alle 19 al Centro di Ricerca Musicale/Teatro San Leonardo in via San Vitale, 63 a Bologna, è di scena, in prima italiana, il compositore e chitarrista americano Eyal Maoz, la cui musica − conosciuta per raccontare storie di dolore, speranza, resistenza, gioia e celebrazione − oscilla tra l’estremamente delicato e l’altamente instabile. Il lavoro di Maoz evoca la stravaganza della sperimentazione radicale e la grazia della musica da camera e, secondo All Music Guide, “ridefinisce quello che il mondo della fusione etnocentrica può significare visto dalla prospettiva dei quartieri bassi di New York”.
Eyal Maoz è compositore, chitarrista e bandleader americano originario di Israele, attivo nella scena musicale newyorchese da oltre vent’anni. La sua musica unisce rock, jazz e avanguardia, virati con sfumature elettroniche e sonorità radicali ebreo-mediorientali.
Ha inciso per Tzadik, Ayler, Chant, Out Now e Piadrum Records ed è membro del progetto Cobra di John Zorn e dell’ensemble Abraxas di Shanir Blumenkranz. Ha composto musica da film per i registi Yoram Porath e Raphael Nadjari, e fondato gli ensemble Edom (il pop incontra la musica mediorentale e l’avanguardia newyorchese) e Dimyon (musica ebraica acustica moderna). Ha inciso due acclamati cd per la serie Radical Jewish Culture della Tzadik con ospite John Medeski all’organo, uno dei quali (Edom) è stato lodato dal critico Mike Gerber nel suo libro Jazz Jews come ‘uno degli esempi più soddisfacenti attuali di fusion post-Milesiana’. È co-leader di Hypercolor, un trio art rock dalle venature jazz con Lukas Ligeti, e dei 9 Volt, un gruppo di jazz elettrico che ha pubblicato un album con Tim Berne come ospite speciale.
La sua composizione per quartetto d’archi Boded ha vinto lo Orchestra of Our Time Open Score Project a New York, ed è stata incisa dai prestigiosi Scorchio Quartet e Praxis Quartet. I suoi prossimi album in programma includono lavori di Edom e Hypercolor. Le sue uscite più recenti sono Lie Detectors con il batterista angloisraeliano Asaf Sirkis, e Transliminal Rites con Frank London e il compositore di live electronics Guy Barash, uscito per Orenda Records (USA) lo scorso luglio.
Stefano Soranna
Redazione Pressa
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