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“Ci vediamo questa sera, fuori dal teatro”. Era il 1982 e Maria Ilva Biolcati, in arte Milva, cantava così nel suo brano ‘Alexander Platz’. Oggi a Milano, fuori dal teatro Piccolo, quello che fu un po’ come la sua seconda casa e dove nacque un sodalizio trentennale destinato a passare alla storia con il regista Giorgio Strehler, ce n’era tanta di gente, pronta a salutare per l’ultima volta la ‘pantera di Goro’.
Cantante, attrice, interprete prediletta da autori e compositori come Franco Battiato o Ennio Morricone. Ed è proprio a Milano, nella sua casa di via Serbelloni in pieno centro, che se ne è andata a 81 anni ‘la Rossa’, chiamata così per il colore acceso dei suoi capelli, fonte d’ispirazione di una famosa canzone scritta per lei da Enzo Jannacci.
Amata in Italia, ma anche in Germania e nel resto del mondo, Milva è a oggi l’artista italiana con il maggior numero (173) di album realizzati.
“Era una persona che sprigionava fascino - il ricordo del sindaco Beppe Sala alla camera ardente allestita al Piccolo - una delle tante che non nascono qui ma che poi diventano profondamente milanesi”.
Sala poi, si dice pronto a sostenere la richiesta presentata dalla consigliera Pd Diana De Marchi, ossia iscrivere Milva nel Famedio del Cimitero Monumentale: “Tutti i più grandisono li’ - commenta il primo cittadino - è giusto che ci sia anche lei”.
Presente anche la figlia, Martina Corgnati, critica d’arte, che si fa strada con commozione tra i ricordi della sua infanzia: “Quando avevo tre anni - racconta con la voce spezzata - abitavamo vicino a Torino, e mia madre provava con la sua band dentro al garage. Io ero piccola e andai da mio padre. Volevo che mi spiegasse cosa stava accadendo lì dentro”.
Redazione Pressa
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