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Venerdì scorso nella sede di Modena dell'Agenzia Regionale per il Lavoro, si è concluso con un mancato accordo l'incontro sindacale sulla procedura di licenziamento collettivo per 75 soci-lavoratori (su un totale di 148) delle cooperative in appalto presso la Castelfrigo di Castelnuovo Rangone.
La procedura di licenziamento collettivo era stata avviata il 9 giugno scorso, quando le due cooperative appaltatrici (Work Service e Ilia D.A.) avevano annunciato alle Organizzazioni Sindacali la chiusura di due linee di produzione da parte dell'azienda committente Castelfrigo.
Dopo il mancato accordo di venerdì scorso le cooperative potranno procedere al licenziamento, che è atteso nei prossimi giorni.
'Pur di scongiurare i licenziamenti abbiamo chiesto alle cooperative di rimodulare gli orari di lavoro dei soci-lavoratori senza costi aggiuntivi per le aziende – dichiarano Adriano Montorsi della Filt/Cgil e Marco Bottura della Flai/Cgil - ma le cooperative hanno rifiutato questa misura di solidarietà proposta dai lavoratori e hanno insistito per un licenziamento collettivo, senza accordo sindacale, senza incentivi all'esodo e senza voler applicare ammortizzatori sociali conservativi. Attribuiamo certamente la responsabilità di questi licenziamenti alla due cooperative, ma anche alla volontà della Castelfrigo, perché è l’azienda committente che ha tutto il potere contrattuale necessario per controllare l’appalto delle lavorazioni interne. Peraltro, a tutt’oggi, Castelfrigo si è risolutamente negata a qualsivoglia confronto sul piano industriale, nonostante questo sia stato richiesto a gran voce dal sindacato.
Ci opporremo a questo modo di espellere i lavoratori con tutte le azioni sindacali e legali consentite”.
RICORDIAMO A RIGUARDO LA POSIZIONE CHE PRESE DUE ANNI FA IL PD ATTRAVERO IL DEPUTATO MATTEO RICHETTI SULLA SITUAZIONE DEI LAVORATORI NEL COMPARTO CARNI
Proviamo a usare parole di chiarezza e fuori dal politichese. Il distretto delle carni è uno dei più importanti del modenese e dell’Emilia Romagna. Da troppi mesi ormai si ripetono episodi di contestazione e “sciopero” (lo metto tra virgolette perchè lo sciopero prevede delle regole, cio’ che sta avvenendo le calpesta tutte) che arrivano ad impedire ai lavoratori che vogliono tranquillamente fare il loro lavoro, di farlo. In diverse aziende il copione è sempre lo stesso: pullman organizzati che portano persone da fuori che nulla hanno a che vedere con l’impresa e i suoi lavoratori. Iniziative non autorizzate e totalmente fuori dal contesto di relazioni sindacali di imprese e territorio. E se da un lato si è fatto di tutto per evitare scontri e uso della forza, dall’altro non si può continuare ad assistere a vere e proprie violenze personali su chi si vede costretto a perdere lavoro e retribuzione. Io lo dico con chiarezza: sto con le imprese e con il lavoro che creano. Sto con il sindacato che riconosce il valore del lavoro e lo tutela. Ma chi strumentalizza i lavoratori e li usa per riproporre scontri ideologici che fanno perdere occupazione ed energie va fermato. Arrivare e bloccare le aziende e i lavoratori è da giungla, non da Emilia Romagna. E non lasceremo solo chi con coraggio resiste a queste provocazioni.
Matteo Richetti
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>