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'È vero che in Europa stanno crescendo i partiti populisti, ma dobbiamo coltivare una coscienza dentro di noi. Guardate, ci troviamo nella stessa identica condizione degli Stati italiani nel Rinascimento: eravamo i migliori del mondo, da Venezia a Milano passando per Genova, e comandavamo in tutto. C'e' stata la prima globalizzazione, la scoperta dell'America, ma noi non ci siamo messi assieme e siamo scomparsi dalla carta geografica per quattro secoli. Ora abbiamo un'occasione per rimediare'.
È il messaggio che diffonde oggi Romano Prodi a Modena, intervenendo alla cerimonia del 50esimo anniversario del dipartimento di Economia 'Marco Biagi' di Unimore. A fianco e in presenza di tutte le istituzioni e autorita' locali, Prodi per poco meno di un'ora parla dal palco illustrando la sua lectio magistralis intitolata 'Europa ed Italia nella tenaglia globale'. La seconda conferenza nel giro di una settimana, in città.
Domenica scorsa, ospite del Ceis, nella sede del nuovo bar Arcobaleno del parco XXII aprile in gestione dalla stessa fondazione Ceis, e oggi ospite dell'Università ed in particolare del dipertimento di economia
Cosi', dopo la metafora rinascimentale il professore torna a parlare di presente, segnato da crescenti tensioni populiste, non da oggi e non solo in Europa, contro le quali, secondo l'ex premier e ex presidente della Commissione Ue, ci si puo' e ci si deve attrezzare.
Il caso Galileo
Nel corso della sua lezione, Prodi ricorda il caso di Galileo, il Gps europeo sfumato: 'La Gran Bretagna dice 'costa troppo', io risposi pagano russi e cinesi e noi mettiamo la tecnologia. Arriva quindi la Germania, che comincia a segnalare che 'per motivi politici non si puo''. Risultato: Galileo non si e' ancora fatto', ricorda amaro il professore.
Le tensioni di quei giorni, del resto, appaiono ancora dure da digerire: con Galileo, ricorda Prodi con vivo rammarico dal palco Unimore, ci sarebbe stata un'Europa autosufficiente sui segnali di navigazione satellitari, rimasti invece una prerogativa Usa, e questo avrebbe assicurato un maggior sviluppo in tutti i territori dell'Unione. Ecco allora che in un contesto come quello di questi mesi, piu' che mai delicato, segnato da un lato dai populismi e, dall'altro, dalla tenaglia Usa-Cina, Prodi insiste e avvisa incassando diversi minuti di applausi: 'Attenzione, perche' tutte le occasioni che perdiamo sono politiche. Dobbiamo capire questo per risolvere i problemi, per rimediare'.
Il siparietto finale
Dopo aver parlato per quasi un'ora dal palco con una lezione tra populismi in Europa e opportunita' globali, dentro 'la tenaglia' Usa-Cina, e' uscendo in largo Marco Biagi 10 che l'ex presidente del Consiglio incontra diversi simpatizzanti.
'Tanti a volte mi fermano anche per insultarmi, tantissimi...', si schermisce Prodi, alludendo alle solite critiche sull'euro, a chi gli fa notare il suo 'successo' oggi. A un certo punto, si consuma un simpatico siparietto. Arriva un giovane fan che gli chiede un autografo: 'Posso avere una firma, e' stato veramente molto bravo oggi. E mi dispiace- si lancia il simpatizzante- che lei sia uscito dalla politica'.
Prodi, col sorriso, sereno, gli risponde: 'Non sono uscito, mi hanno fatto fuori. Il vocabolo 'rottamato'...'. Subito arriva il conforto del fan: 'Concordo pienamente. Ma- non molla il simpatizzante prima di ricevere un saluto finale e cordiale dal professore- il nostro partito avra' di nuovo bisogno di lei, abbiamo il congresso a breve'.