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Il caso della giornalista tv e il baffo rosso per pulirsi la coscienza

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Intanto, due giorni dopo, nel Varesotto due ragazze di 22 anni sono state oggetto di una violenza gravissima


Il caso della giornalista tv e il baffo rosso per pulirsi la coscienza
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Lo schema è sempre lo stesso. Sfruttare un episodio singolo, esasperarne la gravità e utilizzarlo da parafulmine per lasciare nell’ombra il dramma diffuso, ancora intatto e quasi inscalfibile, che continua a scorrere silenziosamente nel Paese. Da giorni si parla della molestia subita dalla giornalista di una tv locale della Toscana, fuori dallo stadio, al termine della partita tra Empoli e Fiorentina. L’autore del gesto, una pacca sul sedere, è stato individuato e trasformato nel simbolo di ogni sopruso messo in campo dagli uomini ai danni delle donne. Sull’episodio sono intervenuti commentatori, opinionisti, giuristi i parlamentari di tutti gli schieramenti. Sono state intavolate trasmissioni tv, si sono spesi intrattenitori con monologhi ad hoc e si sono scritte pagine e pagine sui quotidiani.

L’autore di quella molestia, inaccettabile e da censurare, è stato così trasformato in facile capro espiatorio di una società incapace di riflettere su se stessa e sulle proprie storture.

Due giorni dopo nel Varesotto due ragazze di 22 anni sono state oggetto di una violenza gravissima. La prima aggressione è avvenuta a bordo del treno intorno alle 22, all'altezza di Tradate. Due uomini hanno preso di mira la ragazza che viaggiava da sola e l'hanno violentata sul treno poco prima che scendesse dal convoglio. Bloccata e strattonata, è stata costretta a subire uno stupro. La seconda aggressione è accaduta nella sala d'attesa della stazione di Venegono Inferiore, dove sempre gli stessi due uomini hanno cercato di abusare di un'altra ragazza che è riuscita a divincolarsi e gridare mettendoli in fuga.

Due fatti gravissimi, perchè si sono verificati nell'ambito di quella quotidianità che quasi ogni donna si trova a vivere ogni giorno. Viaggiare su un treno per lavoro o studio, o attendere semplicemente un treno che la riporta a casa dopo una giornata di lavoro.

Luoghi dove una donna dovrebbe, parimenti a chiunque, poter essere certa di non essere violata in alcun modo, nè verbalmente, nè con gesti e tanto meno con la violenza più grande e indelibile che si possa perpetrare su una donna. Una violenza che cambia inesorabilente la vita per sempre.

Ebbene questi episodi sono stati derubricati in fretta a fatto di cronaca. Uno come tanti. Uno in più rispetto a quelli registrati anche nella nostra provincia. Perché la condanna nei confronti delle violenze subite dalle donne in fondo è più facile se resa esemplare, se plasmata a uso e consumo di un dibattito televisivo, ripulita dall’orrore che uno stupro o un omicidio porta con sè. Parlare della giornalista molestata in diretta televisiva da un tifoso idiota, non certo pericoloso in termini violenti in senso stretto, non interroga sulla ipocrisia di un sistema sociale che si affanna a creare scatole vuote, numeri verdi, codici rossi e case di genere, per proteggere le donne, senza mai toccare il nocciolo del problema.

Un sistema che spende risorse pubbliche, i cui protagonisti con fasce tricolori al collo si affannano in discorsi retorici sterili senza riuscire a incidere nella realtà. Un sistema che mette in campo una giustizia lenta, farraginosa e sempre in osceno ritardo rispetto ai problemi che è chiamata a risolvere. Tutto questo, quello che è accaduto in diretta sulla tv Toscana non lo fa vacillare in nessun modo, non lo sfiora nemmeno e, proprio per questo, viene preso a paradigma. Esattamente come una panchina pitturata di rosso o un baffo sulla guancia, simboli di plastica, utili solo a mettere a posto la coscienza di coloro che continuano a rimodellare una società che esclude le donne in modo talmente clamoroso da aver bisogno di quote rosa per certificare una parità inesistente. Ennesimo gioco di prestigio per non ammettere che nei luoghi decisionali, le donne, a parte rari casi, semplicemente non entrano.
Cinzia Franchini

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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